LA FAVOLA DELLE REGIE TRAZZERE DI SICILIA. CAPITOLO IV-PARTE VIII – Il giornale di viaggio fatto in Sicilia dall’Abate Paolo Balsamo 1808. Da Vittoria ad Agnone (Augusta).

Di ANTONINO MESSANA

I nostri viaggiatori entrano nel cuore della contea di Modica visitando le seguenti contrade e città: Vittoria, Comiso, Ragusa, Modica, Scicli, Pozzallo, Noto, Avola, Siracusa, Agnone in territorio di Augusta. Qui, arrivano alle porte di Catania, percorrendo per approssimazione i due terzi dell’intero percorso. In questi luoghi le città nevralgiche per il nostro maestro Balsamo sono Vittoria, Ragusa, Modica e Scicli. Per quest’ultima città calcola addirittura il prodotto lordo dell’intero territorio, come oggi si parla di reddito nazionale lordo e netto. Nel contesto di Scicli fa un riassunto sulle “Principali notizie, ed alcune interessanti riflessioni sopra tutta la Contea di Modica, concludendo con una dimostrazione sommaria della rendita lorda” dell’intera Contea, secondo i risultati a partire del 1802 e fino ad agosto del 1807. Così realizza l’obiettivo e lo scopo principale del viaggio. Seguono le altre città fino ad arrivare ad Agnone, cioè alle porte di Catania, come sopra accennato. Altre notizie importanti li troviamo su Pozzallo, Noto, Avola e Siracusa. Un quadro sinottico sulla pastorizia si trova a pagina 180 e le maggiori città elencate con vocazione alla pastorizia sono Monterosso, Chiaramonte (Vedi capitolo precedente, pubblicato il 3 dicembre 2016), Vittoria, Ragusa e Scicli che contano insieme 17.680 buoi e vacche di tutta la Contea. Le città con allevamenti di pecore e capre sono Monterosso, Chiaramonte, Vittoria e Scicli che totalizzano 28.300 capi. In prevalenza le strade attraversate sono disastrosamente impercorribili. Inimmaginabili o da sogno le Regie Trazzere tenuto conto del numero elevato di capi di bestiame. A mio giudizio, non c’è transumanza per la semplice ragione che in prevalenza i pascoli erano accentrati nelle zone di pianura e, nelle città di montagna (Monterosso, Chiaramonte e Ragusa), non vi sono temperature così basse da determinare spostamenti di bestiame. Partiamo dunque, dopo questa breve sintesi, con la città di Vittoria.

VITTORIA

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VITTORIA – altitudine m. 168 s.l.m.

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PIAZZA INDIPENDENZA

Sulla città di Vittoria il Professore ha cercato di ottenere conferme su notizie acquisite anni addietro per correggerle ed ampliarle, e raccoglierne delle nuove.
La città è situata su una pianura, le strade e le piazza sono abbastanza grandi e spaziose e le case costruite con buone regole. Conta 10.000 abitanti con buona ricchezza e lusso. Vittoria viene considerata tra le più graziose città della Sicilia ed in quest’ordine è classificata terza. La campagna è estesa 10.000 salme di Palermo, il terreno è sabbioso e poco adiposo (non grasso). Produce poco frumento, orzo e legumi, molto di olio, carrubbe e soprattutto vino. Durante la visita del Balsamo nel 1792 venivano esportati a Malta ed in altri luoghi 12.000 botti di vino (corrispondenti a ettolitri 72.360 circa). I viaggiatori lasciarono Vittoria il giorno 23 dopo il pranzo diretti a Ragusa. Nessun cenno sulla pastorizia.

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COMISO

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COMISO – ALTITUDINE m.209

I nostri viaggiatori passano per Comiso dove c’è buona aria e le costruzioni sono ordinate. Dopo la città la strada è brutta, la campagna orribile e infeconda fino a quando non si arriva alla fruttifera pianura di Ragusa, dove la strada, invece, è molto spaziosa e si presenta meglio di ogni altra contrada della Sicilia. È divisa in poderi o massaie, da venti fino a cinquanta salme. Infine il terreno è sabbioso e sassoso. Il nostro autore nell’attraversare la pianura ammira piacevolmente le chiusure di biade, legumi, numerosi animali quali pecore, asine, cavalli ed essenzialmente buoi e vacche di maestosa statura. I viaggiatori si rattristano nell’osservare la mancanza di alberi di ogni sorta e la conseguente penuria di legna. Per il momento il nostro autore non ci fornisce altri elementi sulla pastorizia, generalizzando, come sopra detto, che esistono numerosi armenti, asini, cavalli e particolarmente buoi.

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RAGUSA

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I viaggiatori entrarono a Ragusa sul far notte evitando inopportuni ossequi da una moltitudine di curiosi. Alloggiarono in una casa disabitata, di proprietà del signor Filippo Nicastro (vice del Regio Segreto), che la trovarono comoda e ben arredata di mobili e illuminata, con meraviglia, da raffinate candele veneziane.

RAGUSA oggi – Altitudine m.502 s.l.m.

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I due viaggiatori dimorarono in questa città appena tre giorni. Sono stati invitati ad un crocchio (riunione per chiacchierare ed ascoltare) presso i Baroni di Donnafugata e di S. Ippolito. Intervennero agli incontri un buon numero di dame e gentiluomini ove notarono molta grazia e buone maniere e soprattutto eleganza dei vestiari ed ornamenti. Giocarono e ballarono gioiosamente.

Il Balsamo descrive Ragusa come lunga e stretta dentro un’ampia circonferenza. La foto sopra riportata mi sembra che la descrizione è corretta. La circonferenza racchiude circa diciassettemila abitanti. Non merita gli aggettivi di graziosa e bella, perché la maggior parte delle strade sono storte, anguste e rovinose, tanto che non si può andare a cavallo senza disagio e pericolo. Vi abitano pochi poveri e cinque o sei famiglie veramente ricche. I ragusani sono ospitali ed amano un vivere fastoso. La campagna è la più estesa di ogni altra città della contea e la sua grandezza è 20.000 salme di Palermo. I migliori terreni sono quelli bagnati dal fiume Ragusa (oggi Irminio) le cui acque provengono da Giarratana.

La Pastorizia di Ragusa è famosa in tutta la Sicilia non solo per la qualità degli animali ma anche per la laboriosità e diligenza degli allevatori. Sono famosi muli e asini che si vendono a prezzo elevato.

Il 26 partirono per Modica. La distanza tra Modica e Ragusa non supera i quattro miglia; ciò nonostante impiegarono oltre tre ore a compiere quel breve tragitto, a causa della cattivissima strada formata da ininterrotti dirupi, definiti rompicolli. Il suolo fino ad arrivare a Modica è arido e sassoso, senza abitazioni ed alberi idonei a ravvivare ed abbellire la strada. I nostri viaggiatori per l’asprezza della strada sono stati costretti ad abbandonare la lettiga e camminare a cavallo o addirittura a piedi.

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MODICA

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MODICA – ALTITUDINE M. 296 S.L.M.

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I nostri viaggiatori alle porte di Modica ebbero un ingresso tumultuoso. Conservatore, Governatore, Magistrati e una grande folla li accolsero. Furono pure assediati da gente povera che con fortissime grida invocavano la grazia.

Modica è la capitale e la residenza dei magistrati primari di tutta la Contea e viene classificata tra le città più distinte del Reame. Le strade scabrose ed alpestre (cioè strade di montagna brulle, ruvide e pietrose), ad eccezione delle principali che costeggiano dei due borri (canali torrentizi) ed attraversano la città con i suoi ponti.

Sia gli uomini che le donne sono di grande postura, ma di aspetto grossolano. Modica rispetto a Ragusa è di estensione di 10 mila salme di Palermo perciò più piccola rispetto a Ragusa. I terreni sono secchi, calcarei e sassosi. Il bestiame è della stessa razza di tutta la contea e si tengono chiusi in un’ampia estensione di terreno recintate di pietre. Qui la pastorizia è inferiore a quella di Ragusa.

I nostri autori dimorarono a Modica solamente tre giorni ed il giorno 29 partirono per Scicli. La strada e la campagna attraversata era uguale a quella da Ragusa a Modica, perciò strada disagevole con frequenti dirupi che provocano rompicolli.

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SCICLI

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VEDUTA DI SCICLI – ALTITUDINE M. 106 s.l.m.

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Soffermandomi su questa cittadina, graziosamente descritta dal nostro Balsamo e che ho letto con maggiore interesse, tanto che sento il dovere di entrare in brevi dettagli perché l’architetto – libero professionista di Scicli – Signora Marilena Trovato leggendo questa rubrica, ha mosso due commenti: “Molto interessanti”, “Ho visto che lambisce la nostra costa” (Vedi capitolo I-parte IV, pubblicata il 25 luglio 2015). Per questa ragione non trascurerò di omettere le benedicenze del Balsamo. Ma già il bel panorama che offre la foto sopra proposta, da sola mi entusiasma.

Balsamo scrive che Scicli è graziosa perché attorniata da colline alberate ed è posta in una pianura verdeggiante ornata di larghe strade. Credo che la foto ne conferma la descrizione. Quindi ho fatto bene ad inserirla. Inoltre, è ornata da nobili strade, da una via carrozzabile e in corso di costruzione, dalla piazza o mercato del bestiame e, infine, da non meno che i viciniori orti e pomari, fino a formare una prospettiva di paesaggio veramente delizioso. La popolazione è maggiore di 10 mila abitanti e nonostante la credenza popolare di una diminuzione negli ultimi 10 anni, il Balsamo studiando i registri della Parrocchia arriva che negli ultimi vent’anni la popolazione è aumentata di 961 unità. Tutta la campagna è stata stimata in 5378 salme.

Adesso, e con mia meraviglia, il Professore calcola e ricava il prodotto lordo della città. Io, imbevuto di Economia Politica per averla studiata ed averne pubblicato un “Compendio” nel 1984. Sono rimasto sbalordito leggere del “prodotto lordo”, perché mi saltarono in mente gli studi universitari sul “reddito nazionale”. Adesso per evidenziarne l’importanza che ha assunto oggi, e favorire un eventuale lettore sprovveduto, chiarirò con poche parole il concetto. Il reddito nazionale rappresenta, in cifre, la ricchezza annua prodotta di una data nazione, misurata col metro monetario. Per esempio i pranzi preparati dalle nostre mogli in casa non rientrano nella conta del reddito nazionale, perché non c’è trasferimento di moneta. Invece, il pranzo consumato presso un ristorante vi rientra. Se quel dato “reddito” viene depurato da ammortamenti di beni durevoli (per esempio acquisti di grandi attrezzature agricole; mi viene in mente il trattore, consapevole che all’epoca non esisteva, ma certamente esistevano altri beni strumentali che non conosco ) ed altri costi, si ricava il Reddito Nazionale Netto (PNN); senza dette spese si ricava il Reddito Nazionale lordo (PNL). Non immaginavo che in epoca Borbonica si conoscessero e trovassero anche applicazioni (in particolare ristrette a città) le tecniche dei redditi prodotti da comunità piccole. Infatti, L’Abate scrive: “Il prodotto lordo (concetto sopra chiarito tra reddito lordo e reddito netto) delle sue quattro principali specie d’industria, del frumento cioè della canapa, delle 3.000 vacche, e delle 10.000 pecore, con discreto grado di esattezza si può calcolare e stabilire come segue”. La sequenza è una tabella che valuta in once ogni singolo bene. Il prospetto si chiude con una somma totale del reddito che viene espressa con queste testuali parole: “Annua produzione lorda del frumento, della canapa, e delle vacche, e pecore di Scicli once (scritto con segno convenzionale simile o uguale al numero 7) 57.250″. Specifica inoltre che le pecore e le vacche pur appartenendo a Sciclitani non vivono del tutto in territorio di Scicli. Qui sotto sono riportate interamente le pagine in argomento che ho sopra sintetizzato. Il lettore se vuole può attenzionarle per ricavarne maggiori dettagli.

Scicli è stato visitato ben due volte dall’Abate ed in entrambe le visite nei dialoghi con la gente del luogo ha capito che i coltivatori sono più facoltosi dei proprietari. I nostri viaggiatori lasciarono Scicli l’ultimo di maggio a guarigione avvenuta del Conservatore, ritornano a Modica sulla medesima strada già percorsa in andata.

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RITORNO A MODICA PER LA STESSA VIA

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Le notizie concernono: il Sito, l’ Aspetto, il Clima, le Acque, l’Estensione, la Popolazione, i Terreni, l’Agricoltura, la Pastorizia, la Rendita. Mi limito a riportare tutti quelli che possono avere attinenza con strade e trazzere. In primo luogo la pastorizia, ma anche altri risvolti inerenti alla pastorizia, come “Aspetto” (zone pianeggianti o montuose), “Clima” (transumanza), “Popolazione” (consumi di carne), ect..

ASPETTO

L’intera contea modicana sia all’interno che nella costa possiede numerose pianure corrispondenti a circa 20 mila salme di Palermo, tanto che l’intero territorio non si può considerare alpestre e montuoso.

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CLIMA

Il clima nei luoghi bassi è dolcissimo, ma in quelli elevati fa freddo e in inverno nevica. Non vi sono brine primaverili. Da tenere in considerazione che la città di Ragusa ha un’altitudine di m. 500 s.l.m. ed è sita sul monte Arcibesi alto m. 906 s.l.m.. Gli altri luoghi con maggiore altitudine sono Monterosso m. 901 e Chiaramente m.668. Ecco il motivo che l’intera contea è ritenuta pianeggiante.

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POPOLAZIONE

La contea conta non meno di 70 mila abitanti corrispondente a 124 abitanti per miglio quadrato.

POZZALLO

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VEDUTA DI POZZALLO – m. 20 s.l.m.

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Pozzallo merita una mia particolare attenzione perché un caro lettore Enzo di Rosa nella prima puntata (Introduzione parte I pubblicata il 31 gennaio 2015) scrisse che da oltre 20 anni durava un contenzioso con l’Ufficio Trazzere di Palermo perché aveva considerata usurpata una trazzera che partiva da una strada comunale di Pozzallo e arrivava al demanio marittimo. Non conoscendo la strada non sono in grado di dare con certezza una precisa risposta. Ma trattandosi di una trazzera che raggiungeva il mare, con probabilità al 99% doveva essere la Via del Caricatore o Via del Grano larga m.4.

Il nostro Paolo Balsamo, a mio giudizio ci fornisce qualche indizio. Egli scrive: Pozzallo ha una popolazione di 700 o 800 abitanti, possiede uno dei più piccoli caricatori del Regno ed acconcio (propenso) al commercio, però i Conti di Modica (I Chiaramonte-Peralta) ne ostacolano lo sviluppo. Resta chiarito che con 800 abitanti ed in riva al mare non potevano esistere nè animali nè trazzere.

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PASTORIZIA

Riprendendo il nostro autore ed alle sue notizie sulla Contea di Modica egli racchiude il settore pastorizia dell’intera Contea in un dettagliato quadro sinottico con la seguente distinzione e classificazione: quantità e qualità del bestiame, le Cascine e la natura del pascolo. Le quantità di buoi e vacche e quelle delle pecore e capre sono distinte per ciascun paese o città. In breve: le quantità complessive di buoi e vacche ammontano a capi 17.680 su sei città, da notare che primeggiano Ragusa, Modica e Scicli raggiungendo la cifra complessiva di 15.200 capi, corrispondenti all’86% circa dell’intera Contea; mentre per le pecore e capre è di 28.300 capi, allevate solo in quattro città: Monterosso, Chiaramonte, Vittoria e Scicli, primeggiano Vittoria e Scicli con un complessivo di capi 22.300 corrispondenti all’86% circa dell’intera Contea.

Qui sotto ho riportato in originale la tabella. Infine, l’abbondanza di mucche è stimolata ed incentivata dall’esportazione delle stesse a Malta ed anche dai consumi in loco.

Salto le specie e qualità del bestiame perché non interessanti ai nostri fini, e passo alla natura dei pascoli col solo scopo di evidenziare la specifica conoscenza del settore.

I terreni adibiti a pascolo sono tanti e l’autore non nega che le erbe da prato che vegetano in terreni sottili, asciutti, calcarei e pietrosi sono assai nutritivi ed ingrassanti. Simili prati s’incontrano nella Valle di Noto ed in quella di Mazara, in particolare nella contrada di Valledolmo, nel territorio di Corleone e in quello S. Stefano di Quisquina immensa e fertilissima baronia del Principe di Belmonte che il Professore ha visitato nel 1803 restando compiaciuto e incantato per l’abbondanza, rigogliosità, delicatezza e copiosità delle sostanziose erbe in quei campi.

In conclusione sia in tutta la Contea di Modica che in queste ultime città citate (Valledolmo, Corleone e S. Stefano di Quisquina) il nostro autore non accenna nè a transumanza, nè a Trazzere Regie. Parla solo di rigogliosi prati di proprietà di Baroni, Principi e Conti. Il discorso potrebbe avere un’analisi dettagliata in ciascun paese o città presi in considerazione, ma non portano alcuna acqua al mulino. Per esemplificare, gli animali di Ragusa in quale località si potrebbero spostare per transumanza tale da giustificare una trazzera di m. 38 circa? Per me in nessuna, per la semplice ragione che eventuali spostamenti, come scrive Balsamo, avvenivano per brevi percorsi per raggiungere terreni in terre straniere però di proprietà degli allevatori stessi. Di conseguenza non emergono elementi e nemmeno indizi, nonostante la vocazione pastoriale di quelle zone, che comprovano l’esistenza di Regie Trazzere di canne 18 e palmi 2 corrispondenti a circa 38 metri.
Il 2 giugno i nostri viaggiatori intraprendono il cammino per la città di Avola.

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NOTO

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Nella mappa stradale che segna il percorso Pozzallo-Noto, per ricordare un passo di storia e dell’antica civiltà di Siracusa, ho segnato con puntini rossi i due importanti fiumi della provincia di Siracusa: il Tellaro e il Pantano. Sopra la città di Rosolini intravediamo Cava Grande e la riserva naturale del Cassibile.
A circa sei miglia di cammino entrano in territorio di Noto, attraversando il feudo Cammaritini di proprietà del principe di Fitalia, dove si fermarono qualche ora per la colazione.

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NOTO – altitudine m. 152 s.l.m.

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Scrive Balsamo che la città di Noto è abitata da 10 mila anime, circondata da gentili strade dove risiedono molte famiglie nobili e benestanti, con abbondanti beni di fortuna. Il Professore resta stupefatto che su 38 mila salme di terreno, 19 mila salme restano incolte e c’è una scarsa popolazione. Lo spopolamento viene attribuito alla scarsezza delle coltivazioni causata dalla mancanza di ricchezza, di capitale e d’industria. I beni prodotti sono sufficienti per il consumo immediato. La campagna fino alle tristi ed orride porte di Noto è sabbiosa, disordinata e selvatica. Nessun accenno sulla pastorizia.

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AVOLA

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La mappa riporta questa volta a grandi caratteri la riserva naturale Cava Grande del Cassibile.

Veduta aerea di AVOLA – Altitudine m. 40 s.l.m.

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Avola a breve distanza dal mare ha una popolazione di settemila anime ed è abitata da alcune rispettabili famiglie ed è abbellita dalle strade ed edifici scrupolosamente curati. Vi è in corso di costruzione una ampia e piacevole via carrozzabile incominciata da Noto. Infine, la popolazione non presenta segni di povertà. Gli abitanti hanno una pelle scura molto vicina al castagno. Il giorno 3 i due viaggiatori partono per Siracusa.

Dal Cassibile fino a Siracusa la campagna non è bella, ma è una larga pianura fiancheggiata dal mare e da monticelli e colline. I due viaggiatori notarono con meraviglia robusta vegetazione ed eccellenti buoi.

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SIRACUSA

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Nella mappa stradale sono state evidenziate per la storia, il Cassibile, il fiume Ciane, la penisola Maddalena e l’isolotto di Ortigia.

VEDUTA DI SIRACUSA – altitudine m. 17 s.l.m. ISOLA DI ORTIGIA

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Per i nostri viaggiatori l’ingresso di Siracusa è una magnificenza per l’attraversamento di quattro ponti, tanto che la rendono ancora più nobile i due porti. Tuttavia, con loro meraviglia la trovarono spopolata, con poca ricchezze, poche strade e rare abitazioni belle. Il Professore è dubbioso nel sentire che la popolazione è di appena 14 mila abitanti, quando un secolo addietro ammontava a 40 mila e da quell’epoca è scesa di due terzi. Solo alcune case di gentiluomini e le chiese sono pulite ed appariscenti e solo due principali strade sono vistose. Le altre strade sono anguste, sporche e ignobili. Il maggiore porto è ampio e magnifico, ammirato da un castello. I nostri visitatori restano disgustati a vedere il porto vuoto, desertico e senza alcuna navigazione e commercio. Per voce dei Siracusani la povertà e la luttuosa decadenza decorre da un secolo, causata dalla durezza delle imposizioni pubbliche.

La campagna abbraccia diverse tenute e solo 9 feudi e non raggiunge neanche 100 salme. I più ricchi prodotti sono grano, vino, olio, frutti, legumi e lino. La pastorizia è scarsa e da poca considerazione.

Il 5 cinque luglio si avviano verso Catania

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Nella carta stradale ho segnato con puntini rossi la colonia greca di Megara Iblea
Strada greca tra le antiche abitazioni di Megara-fondata dai Megaresi nel 728 a. C.

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Fonte: Enciclopedia on line Wikipedia

Spiaggia di Agnone Bagni (Augusta) – Altitudine m. 7 s.l.m.

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Ad Agnone si riposarono due ore facendo colazione su un boschetto di ulivi di proprietà del Principe di Palagonia. Dopo di che, intrapresero la via per Catania credendo di incontrare bei campi, fecondi e spettacolari, ma incontrarono per un lungo tratto brutte, sterili e pestilenziali paludi. Invece di proseguire per la via del mare, attraversarono con sicuro passo in barca il fiume Simeto che in quel tratto il fondale era molto profondo.

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Antonino Messana

La prossima puntata verrà pubblicata Sabato 25 Febbraio 2017. 

Bibliografia

Balsamo Paolo-GIORNALE DEL VIAGGIO FATTO IN SICILIA e particolarmente nella contea di Modica – Stamperia Reale – Palermo 1809, da pagina 110 a pagina 237 . Custodito dalla Biblioteca Fardelliana di Trapani collocazione XXXIV C 29,

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