“Togliete quella targa”

I familiari di Nino Via, il commesso ucciso nel 2007 a Trapani dopo avere sventato una rapina ad un collega, chiedono la rimozione della targa del Centro Sociale nel quartiere Sant’Alberto.

di Giulia Giacalone

1403367476-0-trapani-volontari-in-piazza-per-ripulire-il-centro-nino-viaUna lettera piena di delusione e amarezza quella dei familiari di Antonino Via, il giovane ucciso il 5 gennaio 2007 nel corso di una rapina a Trapani, con cui chiedono la rimozione della targa che intitola alla memoria del giovane il Centro Sociale sito nel quartiere Sant’Alberto. Oggi il centro si presenta pieno di erbacce, rifiuti e il parco giochi quasi inesistente. Il centro, dedicato ad Antonino Via, insignito dal Presidente della Repubblica della medaglia d’oro al valor civile, per le sue condizioni di abbandono e degrado, suscita rabbia e sdegno. “C’è un legame di continuità tra l’Amministrazione Fazio, che ha intitolato il Centro a Nino, e l’attuale Amministrazione Damiano: l’incuria e lo stato di abbandono nel quale versa il Centro”, scrivono i familiari. Più volte, negli anni, i familiari di Nino Via, in autonomia e senza chiedere alcun rimborso alle casse comunali, hanno pulito e sistemato lo stesso centro e realizzato iniziative per i bambini che vivono nel quartiere. “L’intitolazione a Nino, eroe trapanese, non per sua scelta nè per la nostra-si legge nella lettera inviata agli organi di stampa- non avrebbe potuto restituirci il figlio, il fratello che non abbiamo più. Tuttavia ci consolava l’idea che questa memoria costituisse un elemento di comune sentire per questa Città anestetizzata alle virtù civiche e laiche più importanti. l’intitolazione di un luogo che avrebbe dovuto servire da riscatto civico per un quartiere importante della Città, fin da subito consegnato alla gestione di privati che avrebbero voluto farne altro, ha rappresentato per noi un segno in continuità con la vita di Nino: stare al fianco di chi è più debole”. Varie le segnalazioni che si sono susseguite negli anni , ma l’amministrazione ha sempre fatto orecchio da mercante, ignorando le richieste fatte sia dai familiari che dagli stessi abitanti del quartiere. “Per rispetto della memoria di Nino-conclude la lettera-che continueremo a condividere con i trapanesi operosi, non parteciperemo ad alcuna iniziativa di commemorazione organizzata dal comune di Trapani e chiediamo la rimozione di quella targa, che nelle condizioni attuali, non identifica un luogo di impegno ma una discarica, un luogo d’abbandono, ovvero la tipica immagine della nostra Città. Noi al binomio Trapani-degrado non ci siamo arresi. Perchè Nino, nel suo gesto, ci ricorda che il degrado attorno può essere spezzato anche senza intitolazioni, passerelle e commemorazioni. Quanto alle amministrazioni pensino prima di intitolare qualsiasi cosa a qualcuno”. Il centro sociale venne ricavato anni addietro, grazie ad un finanziamento regionale, all’interno di un’area occupata da un depuratore mai entrato in funzione e che era diventata una vera e propria discarica a cielo aperto. I lavori furono eseguiti dall’Iacp che poi una volta completata l’opera la consegnò al Comune di Trapani. Nel tempo tante belle parole, dapprima si parlò di un distaccamento di vigili urbani, poi di locali che dovevano servire ad uffici comunali, servizi sociali, ma di fatto l’edificio finita la festa dell’inaugurazione è sempre rimasto come immobile di nessuno. Doveva rappresentare una occasione di riscatto del rione popolare, uno spazio libero e sicuro per i ragazzi, e invece è simbolo dell’insicurezza, del degrado e dell’incapacità della pubblica amministrazione, Nel tempo il locale è stato assegnato da alcune ad alcune associazioni, ma fatte le foto inaugurali anche queste sono scomparse. Siamo d’accordo con i familiari di Nino Via, non è proprio un bel modo per ricordare il figlio e il coraggioso gesto da lui compiuto.

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