Rinvio a giudizio per gli imputati dell’Operazione antimafia “Cemento del Golfo”

Tribunale processoPALERMO. Si è tenuta questa mattina davanti al Gup di Palermo l’udienza preliminare degli indagati arrestati durante l’operazione antimafia “Cemento del Golfo” dello scorso marzo. Operazione che avrebbe permesso agli inquirenti di scardinare un sistema ormai vecchio quanto rodato: l’imposizione delle forniture di cemento.

I sei arrestati, Vito Turriciano, Martino Magaddino, Vito e Martino Badalucco, Vincenzo Artale e Mariano Saracino sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione aggravata, danneggiamento aggravato, fittizia intestazione aggravata, frode nelle pubbliche forniture e furto. A capo di tutto ci sarebbe il boss castellammarese Mariano Saracino.

Questa mattina tutti gli imputati sono stati rinviati a giudizio. Rito ordinario per tutti, che inizierà il prossimo 15 dicembre nell’aula bunker del Tribunale di Trapani dinnanzi il tribunale collegiale presieduto dal Dott. Pellino, tranne per Vito Turriciano che ha scelto il rito abbreviato e sarà quindi giudicato dal GUP il prossimo 17 gennaio.

Ammesse tutte le parti civili tranne l’associazione antiracket di Trapani e l’Associazione Antimafie e Antiracket “Paolo Borsellino” Onlus di Marsala. La prima per motivi territoriali in quanto i fatti sono circoscritti nei territori di Castellammare del Golfo e Alcamo, la seconda relativamente alla polemica tra la famiglia Borsellino e la stessa associazione, in particolare dopo le parole del figlio del magistrato Manfredi Borsellino.

Tra le parti civili, oltre alle parti offese, quindi troviamo il Comune di Castellammare del Golfo, l’associazione Antiracket e antiusura di Alcamo, il Centro studi Pio La Torre, Confindustria Trapani e l’associazione Libero Futuro di Palermo.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.