Le monache del monastero di “Santa Chiara” di Alcamo aprono una nuova casa in Madagascar

Dalle claustrali di Alcamo per uno dei segni del Giubileo: senza il respiro della vita spirituale la Misericordia non genera amore

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Chi non dà Dio dà molto poco. Citando Benedetto XVI il vescovo Pietro Maria Fragnelli ha ieri vissuto nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano ad Alcamo la seconda tappa del percorso in vista della chiusura dell’Anno Santo della Misericordia. La Chiesa non serve ad amministrare il sacro ma è una comunità in continua ricerca di Dio, che educa tutti i suoi figli a porsi in questa ricerca. Senza questo respiro anche le opere di carità diventano sterili e senz’anima.

Le monache del monastero “Santa Chiara” di Alcamo in quest’anno giubilare hanno vissuto un’esperienza di fondazione in Madagascar dove 4 clarisse del monastero alcamese si sono trasferite per aprire una nuova casa, su invito del vescovo di Ambanja Rosario Vella, originario di Canicattì (AG) in missione tra le popolazioni dell’isola dalla terra rossa da più di 35 anni. La diocesi di Ambanja, grande quasi come la Sicilia, si trova nel Madagascar nord-occidentale e la sua popolazione segue nella quasi totalità la religione tradizionale. I cattolici sono una piccola minoranza. La nuova casa delle clarisse si chiama “Klera kintana” che significa “Chiara dona luce”.

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