Proseguono gli appuntamenti della XXXV edizione del Festival delle Orestiadi

05. I giganti della montagna©Simone CecchettiProseguono gli appuntamenti della XXXV edizione del Festival delle Orestiadi con due serate dedicate a Roberto Latini e al suo Fortebraccio Teatro. La compagnia è ospite per la prima volta al Festival con I Giganti della Montagna venerdì 23 luglio e Amleto+Die Fortinbrasmaschine in prima nazionale, sabato 24 luglio.

I Giganti della Montagna è l’adattamento dell’ultimo capolavoro di Luigi Pirandello, rappresentato postumo nel 1937 e incompleto per la morte dell’autore. La vicenda è quella di una compagnia di attori che giunge nelle sue peregrinazioni in un tempo e luogo indeterminati: al limite, fra la favola e la realtà. La compagnia di attori che arriva alla Villa della Scalogna sembra avere, in qualche forma, un appuntamento col proprio doppio.
 Cotrone e Ilse stanno uno all’altra come scienza e coscienza, gli stessi Giganti, mai visti o vedibili, sono così nei pressi di ognuno da potersi sentire come proiezioni di sé.

Sottolinea Roberto Latini *(Premio della Critica ANCT 2015) “Trovo perfetto per Pirandello e per il Novecento che il lascito ultimo di un autore così fondamentale per il contemporaneo sia senza conclusione. Senza definizione. Senza punto e senza il sipario di quando c’è scritto – cala la tela.


I Giganti della Montagna è un classico che penso si possa permettere ormai il lusso di destinarsi ad altro possibile.
Dopo le bellissime messe in scena che grandi registi e attori del nostro Teatro recente e contemporaneo ci hanno già regalato, penso ci sia l’occasione di non resistere ad altre tentazioni. Voglio immaginare tutta l’immaginazione che posso per muovere dalle parole di Pirandello verso un limite che non conosco. Portarle “al di fuori di tempo e spazio”, come indicato nella prima didascalia, toglierle ai personaggi e alle loro sfumature, ai caratteri, ai meccanismi dialogici, sperando possano portarmi ad altro, altro che non so, altro, oltre tutto quello che può sembrare.”

Al Festival delle Orestiadi è presentata la prima nazionale del nuovo lavoro della compagnia, Amleto + Die Fortinbrasmaschine, la riscrittura di Die Hamletmaschine di Heiner Müller, liberamente ispirato all’Amleto di Shakespeare.

Per Roberto Latini “L’Amleto è una tragedia di orfani, protagonisti e antagonisti di un tempo in cui i padri vengono a mancare. Anche “Die Hamletmaschine”, ormai, da figlio è diventato padre.

Questo ha a che fare con la nostra generazione, da Pasolini in poi, con la distanza che misura condizione e divenire, con il vuoto e la sua stessa sensazione.”

Roberto Latini, attore, autore e regista, si è formato a Roma presso lo Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, dove si è diplomato nel 1992.

Vincitore negli anni dei premi intitolati “Wanda Capodaglio”, “Prova d’Attore”, “Bruno Brugnola” e “Sergio Torresani”, ha ricevuto il Premio Sipario nell’edizione 2011, il Premio Ubu 2014 come Miglior Attore e il Premio della Critica dall’Associazione Nazonale dei Critici di Teatro nel 2015. È il fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro.

Il 24 luglio, prima dello spettacolo, alle ore 18 è in programma il secondo appuntamento del laboratorio di visone per il pubblico Incontrarsi e Rivedersi a cura di Miriam Larocca e Giuseppe Antelmo. Già collaudato da diverse edizioni al Festival di Spoleto e al Romaeuropa Festival, il laboratorio approda quest’anno alle Orestiadi proponendo un percorso di visione incentrato sul pubblico, uno spazio in cui gli spettatori, attraverso la condivisione delle loro aspettative ed esperienze, si fanno comunità. La partecipazione è gratuita con iscrizione sul sito del festival e dà diritto al biglietto ridotto.

Alle 19 i documentari del Centro Sperimentale di Cinematografia, a ingresso libero: sabato 23 luglio 1963. Quando a Palermo c’erano le lucciole di Nunzio Gringeri, Domenico Rizzo, Sergio Ruffino, Giovanni Totaro, Davide Vigore, Francesco Di Mauro, è un ritratto di Palermo negli anni ’60, una città che comincia a perdere il proprio volto millenario per trasformarsi in un agglomerato affascinante e imperfetto, dove la cultura e la ricchezza coabitano con l’analfabetismo e la povertà del sottoproletariato. É tornato il Gattopardo di Martina Amato, Riccardo Cannella, Cecilia Grasso, Leandro Picarella, Giovanni Totaro è la storia de Il Gattopardo nelle sue vicende di lavorazione meno note, che gli studenti sono andati a cercare nel piccolo paese di Ciminna.

Il 24 luglio sarà proiettato Come fa il geco con la farfalla, di Martina Amato, sull’artista Muzzi Loffredo. Fiori di fuoco, di Riccardo Cannella, è un documentario che racconta i ritmi della vita di un rione popolare palermitano, Borgo Vecchio.

Fino alle 20 in ognuna delle serate di spettacolo è possibile visitare la collezione d’arte del Museo delle Trame Mediterranee.

Alle 19 invece si potrà assistere ai documentari d’autore realizzati dai giovani registi del Centro Sperimentale di Cinematografia sede Sicilia.

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