Chi trova un amico trova un tesoro!

amico

Di Antonella Lipari

Un noto proverbio recita: «Chi trova un amico trova un tesoro». E se questo amico fosse a quattro, due, mille zampe?

Solo chi ha condiviso parte della propria vita con questi esseri tanto straordinari può capire fino in fondo la ricchezza che essi portano nel percorso di chi ha la fortuna di averli come compagni di viaggio.

Non mi riferisco solo ai più comuni, come il cane ed il gatto, ma anche ad animali che non possono essere accuditi tra le quattro mura domestiche, ad esempio il cavallo.

Per pet therapy si intende una terapia basata sull’interazione uomo – animale. Se analizziamo le due parole è possibile chiarire meglio il concetto che sta alla base di questa tecnica. Pet in inglese significa “animale domestico”, la parola inglese therapy chiarisce che si tratta appunto di un metodo di cura. La pet therapy è una co-terapia poiché affianca una terapia tradizionale in corso, è utile nei casi in cui il paziente non dimostra collaborazione spontanea. Il contatto con un animale produce un aumento di autostima, consolida la relazione emotiva con il paziente, stimola la partecipazione attiva del paziente e stabilisce un canale di comunicazione tra uomo, animale e medico. Oggi la pet therapy trova applicazione in diversi settori socio-assistenziali, come case di riposo, comunità di recupero, ospedali. Prendersi cura di un animale, magari un cucciolo, ci fa tornare bambini, ma nello stesso tempo ci permette di esercitare il ruolo di genitore che accudisce la prole.

Durante la pet therapy si attivano due meccanismi: di protezione e di identificazione. Nel primo caso si proietta sull’animale il proprio stato d’animo; nel secondo processo ci si identifica con gli atteggiamenti del “nostro amico”, pensando di avere gli stessi comportamenti.

Esistono diversi campi d’indagine della pet therapy. Una branca di studi si interessa dei tratti somatici del cavallo, ipotizzando che da essi si possa capirne il carattere.

Gli animali da compagnia per eccellenza sono il gatto ed il cane. Pertanto analizzeremo brevemente questi due “strumenti di cura”.

Il gatto è utilizzato nella pet therapy soprattutto per la sua indipendenza, è indicato per le persone che vivono sole, per gli anziani, per i soggetti affetti da Alzheimer. Il contatto fisico con un gatto può essere utile per curare disturbi depressivi. La compagnia di un “piccolo felino” sembrerebbe adatta per il lavoratori stressati ed ansiosi, per i manager o i lavoratori con un alto rischio di burnout.

Possedere un gatto riduce di un terzo il rischio di essere colpiti da un infarto, da un ictus o da altre malattie cardiovascolari.

Occuparsi di un micio aiuta ad eliminare il senso di inutilità; inoltre, sembra che le fusa prodotte dal gatto abbiano un impatto calmante sull’essere umano perché attivano i neuroni che producono la serotonina, ormone del buonumore.

Il cane è notoriamente il migliore amico dell’uomo e possiede caratteristiche diverse rispetto al gatto. Il cane è l’animale che interagisce maggiormente con l’essere umano ed instaura con l’uomo un rapporto intenso e duraturo. I cani percepiscono il linguaggio corporeo e gli stati emotivi del soggetto con cui entrano in contatto. Il cane risponde con il contatto fisico, il gioco, le coccole, la vicinanza. Il malato entrando in contatto con questo “amico a quattro zampe” riscopre la vivacità, le relative sensazioni benefiche e la dimensione della socialità. Le razze canine utilizzare nella pet therapy sono diverse, meticci compresi. Un cane inserito in un programma di pet therapy deve essere sottoposto ad esami veterinari ripetuti periodicamente, avere un’indole né troppo vivace né troppo “spenta”. Inoltre i cani della pet therapy sono guidati e gestiti da un padrone/istruttore.

Pet therapy non significa necessariamente curare una malattia. Il contatto con un animale è comunque importante, almeno per chi ama questo mondo, ma anche, e soprattutto, per chi, invece, ne è lontano. Gli animali possono aiutarci a superare paure, limiti e sono un prezioso nutrimento per l’anima.

Gli animali, come la natura, come ogni essere vivente va rispettato. Quindi è doveroso e necessario, se si vuole adottare un animale, stare attenti a scegliere consapevolmente, perché non si tratta di un giocattolo o di un oggetto. Ogni essere vivente, di qualsiasi specie, ha bisogno di cure costanti, di amore, ma soprattutto di rispetto. Gli animali, seguendo la propria natura, non ci deludono mai. Calza a pennello la frase di un noto autore romano, Trilussa: «Più conosco gli uomini più amo le bestie».

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