Terremoto politico a Castellammare. Ivano Motisi: “Irresponsabili le dimissioni affrettare, doveroso il passaggio in Consiglio Comunale”

palazzo crociferi castellammareCASTELLAMMARE DEL GOLFO. A distanza di qualche giorno dalle annunciate dimissioni dei consiglieri comunali di opposizione per  motivi che riguardano la “deriva amministrativa” (come scrivono loro) ma soprattutto per le vicende che riguardano l’operazione “Cemento del Golfo” in cui dalle intercettazioni spunta anche il nome del Sindaco Coppola, siamo andati a sentire il consigliere di opposizione Ivano Motisi, tra i firmatari del comunicato pubblicato da noi sabato mattina.

Consigliere Motisi, qualcuno parla di “passo indietro” e di dimissioni ritirate. Come stanno le cose?

“Allora. Pur non facendo nessun passo indietro ritengo di cogliere l’annuncio del presidente del consiglio comunale Domenico Bucca nell’intervista da voi pubblicata nei giorni scorsi, perché lo ritengo appunto il luogo istituzionale naturale per discutere queste cose e solo dopo, per atto di responsabilità, aver sentito il Sindaco e gli altri consiglieri, valuterò le azioni da prendere; che probabilmente si tradurranno in una mozione di sfiducia come avevo tra l’altro già annunciato precedentemente.”

In linea con quanto espresso dal Presidente Bucca, ha scelto quindi la strada della mozione di sfiducia?Ivano-Motisi

“Si, come avevo annunciato già in precedenza. Una mozione di sfiducia che andrà ad evidenziare le falle politiche di questo Sindaco. Tutto ciò, ripeto, per atto di responsabilità, va fatto solo dopo il prossimo consiglio comunale straordinario e urgente che si svolgerà probabilmente giovedì. Ma attenzione, questo non è un passo indietro sull’azione pubblicizzata con gli altri consiglieri, ma certamente intendo ponderarla con più calma, in modo da fare l’azione più giusta nei confronti del consiglio comunale e soprattutto nel rispetto della cittadinanza. Trovo giusto e doveroso sentire in consiglio comunale tutti i consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione. Si tratta di un atto doveroso e per questo sono d’accordo con il Presidente Bucca, lo trovo giusto e rispettoso nei confronti dei cittadini. Altro che dimissioni affrettate …”

Possiamo dire che “è stata tirata la pietra e adesso si sta nascondendo la mano”? Questo ragionamento andava forse fatto prima?

“No, diciamo che è stato fatto un passo affrettato. Andava sicuramente ponderata meglio. Si doveva decidere  prima di passare per il consiglio comunale, e solo dopo fare un passo del genere. Questa è stata sicuramente una giusta provocazione al Sindaco. Le dimissioni certamente sono state troppo affrettate. Ripeto che si è trattato di un passo affrettato e irrispettoso nei confronti dei passi istituzionali dovuti che sono quelli del Consiglio Comunale. Io, oggi, rilancio la mozione di sfiducia, perché credo sia doverosa e rispettosa.”

Quindi niente dimissioni per ora. Ma se non dovesse passare la sfiducia …?

“Le dimissioni fatte in questo senso, che non escono fuori da una mozione di sfiducia, non hanno senso perché il Sindaco resterebbe al suo posto. Così facendo si andrà ad eliminare quella funzione di controllo che ha il consiglio comunale. La fretta di quel comunicato ci ha messo in questa situazione assurda, che non ci ha permesso di valutare (e questo vale anche per me) che non si può sottrarre una Città del suo consiglio comunale. Per questo condivido la posizione espressa da Presidente del Consiglio Comunale Bucca. Ribadisco quindi l’intenzione di rilanciare la mozione di sfiducia. Se la mozione non dovesse passare in consiglio comunale prenderò atto delle decisioni e farò le mie valutazioni. Ma oggi non possiamo in maniera irresponsabile togliere il potere di controllo del Consiglio Comunale nei confronti del Sindaco Coppola. La mozione di sfiducia, quindi, è l’unico elemento che ci legittima a sfiduciare l’amministrazione.”

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.