Quel calcestruzzo che spettava solo a “loro”. Ecco le intercettazioni e l’intervista al Sindaco Coppola

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Mariano Saracino

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Emergono altri dettagli sull’operazione “Cemento del Golfo” che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di 5 soggetti ritenuti organici alla famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo e vicini in particolare al boss castellammarese Mariano Saracino.

La prassi era sempre la stessa: il cemento dovevano portarlo solo “loro”, il duo Badalucco- Saracino. Infatti è lo stesso Mariano Saracino, in compagnia del Badalucco Vito, ad avvicinarsi per “imporre” il calcestruzzo da un fornitore a lui vicino, il finto imprenditore antiracket di Alcamo Vincenzo Artale. Quest’ultimo sembra aver architettato tutto in miniera astuta. Si era costruito l’etichetta di “imprenditore antiracket” per aver denunciato in passato gli estorsori ed entrando a far parte dell’associazione antiracket e antiusura di Alcamo che oggi lo ha espulso in modo netto con la ferma condanna del presidente e dei soci.

“Fai lavorare noi” era la frase che usavano per escludere tutti gli altri dalle forniture di cemento. Ed è proprio quello che è successo per la costruzione di un capannone a Castellammare del Golfo; lo stesso imprenditore, proprietario del terreno su cui si doveva realizzare il capannone, cercava di giustificarsi al Saracino dicendo: “io voglio fare lavorare a tutti, Mariano!!”. Metodologia usata anche in altre occasioni per imporre le forniture di cemento dalla ditta “amica”, quella di Vincenzo Artale.

artale
Vincenzo Artale

Particolari attenzioni e tentativi di “infiltrazione” anche per i lavori del cimitero comunale di Castellammare del Golfo che proprio in prima persona interessarono il boss Mariano Saracino. Proprio lui si recava spesso al cimitero comunale per osservare l’andamento dei lavori. Le conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti, come si legge nell’ordinanza, dimostrano ancora una volta: “[…] l’interessamento degli indagati al condizionamento, con metodi mafiosi, delle attività economiche realizzate nel territorio di influenza della famiglia mafiosa alla quale gli stessi appartengono”.

Proprio sui lavori del cimitero Mariano Saracino, intercettato con Vito Badalucco, si lamentava dell’impegno assunto dal Sindaco Coppola per l’affidamento delle forniture alla Calcestruzzi Castellammare, azienda sequestrata e attualmente commissariata, in passato proprio del Saracino. Lo stesso Saracino diceva: “c’era messo sul giornale, l’altro giorno, un articolo (inc.) Calcestruzzi Castellammare che è commissariata … che c’è stato l’impegno da parte del sindaco”. […] dice che ora devono incominciare al cimitero, ma lo hai letto ciò che c’è scritto sul giornale? (inc.) appena voi vi muovete o un’altro si muove … il sindaco gli ha detto che … cemento, e là, di sotto, di sopra … ” Ed è lo stesso Badalucco Vito che parlando con Mariano Saracino chiede: “ma Nicola che interessi ha?!… ci devo parlare!”

Tanti interessi anche per i lavori svolti presso il viadotto autostradale Cavaseno di Alcamo, lavori commissionati dall’Anas. Sono state diverse le richieste estorsive perpetrate dal Saracino che hanno trovato la collaborazione di alcune vittime. Fatti avvenuti tra il 2013 e il 2014.

Altre “pressioni” (come si legge nell’ordinanza, ndr) sono emerse dalle intercettazioni nei confronti di alcuni dirigenti del comune di Castellammare del Golfo. Nei confronti dell’Ingegnere Giambattista Impellizzeri, del Geometra Marcello Cascio e infine, sembrerebbe, con lo stesso Sindaco Nicolò Coppola, in modo da superare alcune difficoltà per il rilascio di alcune autorizzazioni per la realizzazione della “SP Carburanti srl”, attualmente sotto sequestro preventivo. Per quanto riguarda il Sindaco Coppola, non indagato e non intaccato dai provvedimenti, i due fratelli Badalucco Martino e Badalucco Pietro e il padre Badalucco Vito intercettati dagli inquirenti citano il Sindaco Coppola:

BADALUCCO Pietro: … ho parlato con Nicola!

BADALUCCO Martino: uhm!…il Sindaco? Cosa ti ha detto?

BADALUCCO Pietro: mi ha detto che ci va a parlare e mi ha detto: “… vediamo … non ti preoccupare.”

BADALUCCO Martino: devo cercare un compressore.

BADALUCCO Vito: … (inc.)…

BADALUCCO Pietro: buongiorno. Sono andato da Nicola stamattina … poco fa’ … gli ho raccontato la storia … gli ho detto così … e mi ha detto “ … va bene … ora più tardi lo vedo e ci parlo io.” … ed io ho detto: … “minchia! all’ultimo!” … e mi ha detto: “va bene non avere problemi”… bo!

BADALUCCO Vito: … (inc.)…

palazzo crociferi castellammare - coppolaProprio in merito alle intercettazioni emerse nell’operazione “Cemento del Golfo” siamo andati dal Sindaco Nicolò Coppola per una breve intervista:

Signor Sindaco, è importante fare chiarezza sulle intercettazioni emerse nell’operazione “Cemento del Golfo”. Partiamo dalla prima intercettazioni, quella che riguarda la Calcestruzzi Castellammare e i lavori del cimitero. In particolare della frase: “ma Nicola che interessi ha?!… ci devo parlare!”.

“Ti dico subito che l’incontro non c’è stato. Nessuno di questi soggetti è mai venuto da me per parlare di quest’argomento. Noi abbiamo fatto l’accordo per sostenere la Calcestruzzi Castellammare. Il nostro accordo, con Confindustria, con i sindacati, è rivolto al sostegno delle aziende sequestrate, per evitare proprio le infiltrazioni della mafia. Questo  accordo l’abbiamo sottoscritto nel 2013. È giusto che a parità di prezzo le aziende comprino il cemento dalle ditte sequestrate, perché abbiamo una garanzia. Anche i mezzi sequestrati che abbiamo preso il comodato d’uso per la pulizia delle spiagge sono segnali forti che ribadiscono ancora una volta la nostra posizione. Noi abbiamo accordi chiari con il Tribunale di Trapani e rappresentano un segnale forte e importante per il nostro territorio.”

Per quanto riguarda l’altra intercettazione si fa riferimento al deposito di carburante “Sp Carburanti”. Dalle intercettazioni si intuisce che c’è stato un incontro, sono proprio loro a dire: “ho parlato con Nicola!” e ancora: “mi ha detto che ci va a parlare e mi ha detto: “… vediamo … non ti preoccupare.”

“Intanto si tratta di un deposito e non di un distributore come mi avevano detto inizialmente per telefono mentre mi trovavo fuori città per impegni istituzionali. Per questo ho detto di non conoscere questo distributore. Solo dopo ho saputo che in realtà si trattava di un deposito di carburante agricolo, ma lasciamo stare. Io però ho una certezza: non sono mai andato da un dirigente comunale per qualcosa del genere, e neanche in altre occasioni. Per i miei principi, non chiederei mai ad un funzionario comunale, né ad altri, di fare qualcosa che non sia a norma di legge. La nostra struttura comunale è ben solida e ha delle regole ben precise, come le aveva anche la scorsa Amministrazione. Da noi non c’è spazio per corruzione, clientelismo e favoritismi, siamo inattaccabili su questo.”

In merito a questo deposito, quindi, cosa possiamo dire?

“Su questo deposito, e non distributore come mi era stato detto inizialmente, possiamo dire che tutta questa storia parte da una richiesta fatta il 22 novembre 2013 da parte dell’assessorato regionale delle attività produttive che chiede all’ufficio dogane di Trapani, al comando dei vigili del fuoco di Trapani, al Comune di Castellammare del Golfo (settore urbanistica) e alla Camera di Commercio di Trapani di esprimere un parere per il provvedimento. A questa richiesta bisognava rispondere con un certificato di compatibilità urbanistica. Quindi un semplice certificato. Ma preciso che questo deposito si trova lì già dal 1975. Quindi bisognava solo ribadire la compatibilità urbanistica dopo più di trent’anni. La risposta è stata data il 15 gennaio del 2014. Quindi parliamo solo di compatibilità urbanistica, non c’è nessun passaggio “politico”, sono cose che fanno normalmente gli impiegati. Sono cose che non faccio io come Sindaco. Deve essere chiara una cosa: è inutile rivolgersi al Sindaco per queste cose, sono cose che con la politica non c’entrano niente. Ma il messaggio che deve passare qual è? Che bisogna fare squadra per combattere la mafia. Noi come amministrazione e le associazioni del territorio. Il pericolo è per tutti. Noi oggi paghiamo ancora le conseguenze del passato commissariamento. Oggi il mafioso non si rivolge più al politico, ma usa altri canali. Questa gente qui, nel nostro Comune, non  troverà mai spazi. Questi episodi devono servire per fare squadra. Infine aggiungo che ad oggi il deposito non ha la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), quindi non ha ufficialmente avviato l’attività; i lavori sono iniziati il 4 agosto 2014 e sono stati ultimati il 12 dicembre 2014, ma ad oggi non risulta l’avvio dell’attività. Concludo dicendo che dobbiamo isolare i mafiosi, metterli da parte perché questa gente non vuole il bene del nostro territorio. Dobbiamo impegnarci tutti. Ognuno può fare qualcosa ma bisogna essere uniti.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.