Chiuso, e subito riaperto, al traffico un tratto della Palermo-Sciacca

palermo-sciacca-1PALERMO. Non c’è pace  per le strade siciliane, ancora non ripristinati i tratti interessati nei mesi scorsi da cedimenti e crolli e già si registra un nuovo caso, dopo la Palermo -Catania e la Messina- Catania tocca alla Palermo -Sciacca chiusa per il cedimento di un pilone.

L’allerta è durata qualche ora e poi è rientrata perchè non è in pericolo stando a quanto hanno dichiarato le autorità. Si trattava del pilone che che regge, o forse è meglio dire reggeva, la Traversa 2 dello scorrimento veloce nei pressi di S.Giuseppe Jato.

La chiusura ha interessato i chilometri che vanno dal ventitreesimo al ventottesimo, dove tecnici Anas stanno, in queste ore, verificando l’entità del danno e gli eventuali altri provvedimenti da adottare. Nei mesi scorsi, su segnalazione dei Carabinieri era stata fatta una prima ricognizione da parte dei tecnici dell’Anas ma in quel momento non era stato ritenuto necessario chiudere la strada; dopo le forti piogge di questi giorni il pilone sembra aver subito danni più gravi, in seguito ad una frana che ha interessato la zona sottostante, causando l’allargamento dei giunti di dilatazione, anche questa volta ad allertare i tecnici sono state le forze dell’ordine. La scorrimento veloce Palermo-Sciacca è stato consegnato alla viabilità solo quindici anni fa, ed è un’arteria di grande transito, interessando un tratto di territorio non  servito  dall’autostrada; se la chiusura tornerà e dovrà essere lunga, come si teme, nella zona saranno gravi le  ripercussioni sul traffico che tornerà indietro di vent’anni, tornando a dover usare vie di comunicazione ormai dimenticate, o quasi, e si dovranno ripercorrere le vecchie  strade  provinciali. Forse bisognerebbe suggerire alle università di studiare più archeologia al posto di ingegneria, per capire come gli antichi romani facessero a costruire strade e ponti che hanno retto per millenni, o forse chiedere correttezza ai costruttori nell’uso di materie conformi: e ci riferiamo al cemento depotenziato scoperto in alcune strade siciliane.

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