Fareambiente insegue una convenzione con il comune di Alcamo

fare-ambiente-logoALCAMO. L’associazione Fare Ambiente vuole riportare i riflettori sul monte Bonifato e in particolare intende far comprendere che il dissesto idrogeologico è qualcosa che bisogna conoscere e prevenire e non solo l’emergenza contro cui mobilitarsi una volta che morti e feriti sono nel conto delle vittime dello stesso.

A Giampilieri, come a Messina dove non c’è più acqua per interruzione dell’erogazione, è stato proprio il dissesto la causa di questi disastri ma è altrettanto vero che questo si sarebbe potuto evitare se si fosse fatta prevenzione con la regimazione delle acqua.

Non meno di altri luoghi anche Monte Bonifato versa in una situazione pericolosa dettata soprattutto dalla mancanza di sufficiente vegetazione per i ripetuti incendi di questi anni.
Dal 18 maggio scorso Fareambiente insegue una convenzione con il comune di Alcamo, allora alla persona di Sebastiano Boventre, oggi al commissario straordinario Giovanni Arnone. A loro favore come associazione portano la testimonianza di anni di impegno e di suggerimento di percorsi e strategie per la tutela del bene comune.

L’associazione scrie quanto segue: “Dopo le dimissioni del Sindaco Dottore Bonventre il Commissario Straordinario Dott. Arnone, sembrava avesse sposato la causa della sicurezza dei cittadini e della salvaguardia del bosco, purtroppo ad oggi il Monte Bonifato resta ostaggio di irragionevoli dilazioni legate a questioni politico burocratiche per noi incomprensibili e che ci vedono costretti a chiedere al Corpo Forestale della Regione Siciliana di intervenire a norma dell’art 43 della legge reg 16/96 e successive modifiche e integrazioni che così recita:

1.Per i boschi che si trovino in condizioni di accentuato degrado, il dirigente generale del dipartimento regionale delle foreste ordina ai proprietari l’esecuzione dei necessari interventi di ripristino e ne fissa il termine.

2. In caso di inottemperanza dei proprietari, il dipartimento regionale delle foreste ordina l’espropriazione o l’occupazione temporanea dei boschi, ancorché non previsti nel programma triennale di cui all’articolo 28. In caso di occupazione temporanea, ai proprietari non è dovuta indennità.

3. Gli interventi eseguiti ai sensi del comma 2 sono a totale carico dell’Amministrazione forestale.

4. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai boschi incondizioni di accentuato degrado, ancorché non causato da incendi, di proprietà di comuni, province o altri enti pubblici.

Continuiamo a non comprendere e a non accettare le accuse di pretestuosità e di infondatezza rivolte alla nostra Associazione dal Commissario straordinario, e ci chiediamo “A chi giova questo immobilismo burocratico che abbandona al suo destino il NOSTRO MONTE BONIFATO?”
Nei prossimi giorni formalizzeremo la richiesta di applicare il punto 4 dell’art.43 su citato alle autorità competenti nella speranza di evitare che nel futuro accadano eventuali prevedibili disastri e di dovere ricercarne invano i responsabili”.

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