Chi salverà il sindaco Damiano?

damianoUn centro commerciale per risolvere la crisi che investe Palazzo D’Alì. Trapani resta “terra di conquista”.

Il gran giorno sta arrivando, giovedì prossimo in aula consiliare a Palazzo Cavarretta a Trapani arriverà, per la seconda volta, la mozione di sfiducia contro il sindaco Vito Damiano. La prima volta la spuntò, non ci furono i voti sufficienti a farlo decadere, adesso ancora l’esito non è certo e i promotori sono ancora a caccia di voti.

Lo abbiamo già scritto, se i consiglieri comunali pensano che sfiduciando il sindaco assolvono loro stessi da ogni responsabilità, si sbagliano di grosso. Sfiduciando Damiano, con tutte le buone ragioni che sostengono questa ipotesi politica, l’altro passo dovrà essere quello della sfiducia di tutto il Consiglio comunale, anche se, lo riconosciamo, è azzardato pensare ad una auto-sfiducia. E allora gli attivisti di oggi solerti nel raccogliere firme fuori dal Palazzo, tra i cittadini, con le petizioni on line, dovrebbero fare un’altra raccolta di firme per mandare a casa tutti i consiglieri comunali. Non commuove la proposta di cittadinanza onoraria da concedere al buon e bravo magistrato Nino Di Matteo, perché anche questo Consiglio comunale non può pensare di giocare sulle cittadinanze onorarie. Perché sfiduciare l’intero Consiglio comunale? Perché proprio sui temi della legalità, della lotta alle mafie, è stato vistosamente assente, perché non ha saputo compiere fino in fondo le proprie responsabilità, e gli esempi sono davvero tanti. Su temi rilevanti il Consiglio ha scelto il silenzio, dal caso D’Alì a quello dei giorni nostri dell’imprenditore Bulgarella.

Consiglieri comunali hanno condotto a fianco di un candidato sindaco “bocciato”, Giuseppe Maurici, la campagna elettorale proprio sulla scia di una iniziativa imprenditoriale del geometra Andrea Bulgarella, la costruzione di un centro commerciale all’interno dell’area Asi, laddove esiste un diroccato manufatto che fu di uso militare.

Quanti comunicati, quanti annunci che l’iniziativa andava avanti, e poi…niente, non si è costruito nulla. Di quel centro commerciale se ne legge nell’ordinanza della Procura di Firenze che sta indagando Bulgarella e suoi “soci” – soci non nel senso letterale del termine -, per sbloccarlo Bulgarella ne avrebbe discusso con l’on. Paolo Ruggirello durante un incontro in una barberia organizzato dal barbiere. L’on. Ruggirello intervistato ha detto che questa è stata una normale procedura. Insomma c’era qualche ragione perché di questa indagine se ne parlasse in Consiglio comunale, ma ovviamente questa opportunità non è stata colta da nessuno, al contrario invece di quanto hanno deciso di fare altri Consigli comunali…in Toscana non in Sicilia.

Ieri le delegazioni del Pd e del Psi si sono incontrate e hanno deciso che i rispettivi consiglieri comunali voteranno si alla sfiducia nei confronti di Damiano. Del Pd fa parte l’on. Paolo Ruggirello che però a chiare lettere ha detto che non condivide la sfiducia e c’è ragione si supporre che dalla sua parte sono i “suoi” consiglieri comunali (brutto termine “suoi” detto per faccende politiche, persone che appartengono non ad un gruppo, ad un partito ma a un’altra persona quasi questi fosse un rais) che non sono confluiti nel gruppo Pd ma sono rimasti nel loro, quello di “articolo 4”. Ruggirello ha affrontato due confronti con il Pd. Uno a livello locale, l’altro a livello regionale: voci di corridoio dicono che a Palermo è stato affrontato di petto dall’on. Baldo Gucciardi che gli avrebbe ricordato che la militanza nel Pd è cosa diversa dalla militanza nelle altre aggregazioni politiche frequentate a suo tempo dall’on. Ruggirello, tipo quella nel gruppo dell’allora presidente Raffaele Lombardo. Ma nel Pd pare che a pensarla come Ruggirello è anche la senatrice Pamela Orrù.

Insomma paradossalmente della mozione di sfiducia ne parlano di più al di fuori di quella aggregazione che l’ha proposta dove a fare baccano resta solo l’on. Mimmo Fazio. C’è subbuglio quindi. Tutto questo mentre dietro le quinte si torna a parlare di un centro commerciale che potrebbe rimettere insieme affari e interessi. Si torna a discutere di quel centro commerciale che doveva essere costruito in contrada Cassiere, dunque non quello di Bulgarella, ma un altro.

Quando era sindaco Fazio la proposta arrivò dalla Coop, ma non se ne fece nulla, il progetto fu bocciato dal Consiglio comunale dell’epoca, anche perché si riteneva che per le maggiori chance che possedeva il centro commerciale di Bulgarella, era meglio preferire questo all’altro. Si disse che due centri commerciali nella stessa zona, perché così era, erano troppa cosa per una città come Trapani. Adesso invece se ne torna a parlare e francamente la cosa stona un poco. Il supposto centro commerciale di contrada Cassiere indubbiamente se privo di inciuci e accordi sotto banco, ma condotto alla luce del sole, non si esclude che potrebbe risultare di gran valore per chi lo propone e per il territorio che ne potrà usufruire, ma la stonatura sta nel fatto che si starebbe avviando un procedimento così rilevante mentre la Giunta dovrebbe essere impegnata a far le valigie. Viene da pensare allora che forse si sa che il voto per Damiano non sarà negativo. Né per lui né quindi per il Consiglio comunale. E Trapani continua a restare “terra di conquista”.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.