Caso Trapani: la sfiducia deve essere per il sindaco quanto per il Consiglio comunale

Intanto la segreteria regionale dei Dem condivide la posizione del coordinamento comunale, il sindaco Damiano esce bocciato e con lui anche il sostenitore dell’ultima ora l’on. Paolo Ruggirello

Damiano vitoDobbiamo ammettere che abbiamo peccato non interessandoci a fondo delle vicende politiche trapanesi. Quando invece ci sono tante di quelle ragioni per interessarcene perché quello che accade a Trapani è lo spaccato più incredibile della malapolitica. Non lo diciamo noi ma lo dicono tanti di quei cittadini che oggi lamentano l’assenza di un governo della città, ma non solo l’assenza di tutto l’apparato politico che è chiamato ad amministrare la città. Quindi, Consiglio comunale compreso. Veniamo subito allo scoperto e diciamo che la sfiducia della quale tanto si parla oggi, e che ha come bersaglio il sindaco Vito Damiano, non può non essere diretta anche all’intero consesso che siede a Palazzo Cavarretta. I più attenti osservatori non possono non condividere su quanto tanta gente va dicendo e cioè le capacità politiche ridotte a zero di un Consiglio comunale che, da qualunque parte lo si guadi, ha solo l’interesse di guadagnare poltrone. In Giunta o nei sottogoverni. Un Consiglio comunale disattento, quanto l’amministrazione, sui fatti salienti che riguardano questa città, per lo più determinati da indagini e processi. Quando sembrava che il punto più alto della inadeguatezza del Consiglio fosse rappresentato dall’elezione a presidente del consesso di un politico della vecchia politica, Peppe Bianco, a ruota sono stati compiuti atti e scelte di ancora più basso profilo. L’elenco è lungo. Bisogna dire che una mano a far confusione il Consiglio comunale l’ha ben data al sindaco Vito Damiano …che non l’ha rifiutata. La malattia della quale è affetto il Consiglio comunale di Trapani è quella del trasversalismo. Cambi di casacca, intese sottobanco, accordi più o meno segreti sulla pelle dei cittadini. Ma non solo. Già tempo addietro quando abbiamo avuto modo di interessarci all’attività politica del Consiglio comunale di Trapani abbiamo lanciato una proposta che non voleva essere provocatoria ma seria. Non era passato sotto silenzio l’inno di Mameli cantato dal consigliere Passalacqua in piena seduta dopo il forfait sulla istituzione di una commissione di indagine sul comando dei vigili urbani. Quella strofa fratelli d’Italia ripetuta così a ritmo continuo ci è sembrato il richiamo a qualcosa di diverso dall’inno medesimo. Fratelli di solito si usa quando si parla di massoneria, e abbiamo proprio l’impressione che certi trasversalismi scoppiati in aula possano provenire da quelle stanze che restano segrete. Segrete come il segreto di Pulcinella. Abbiamo chiesto allora e lo ripetiamo oggi che i consiglieri, e gli assessori dichiarino loro eventuali appartenenze, così per far chiarezza e considerato che la massoneria non è qualcosa di criminale, anche se lo può diventare in mano a certi soggetti, e qualche riferimento lo si coglie a proposito dell’ultima indagine che avrebbe dovuto scuotere Trapani e che è stata scritta dai pm di Firenze, Solo il sindaco Damiano, intervistato, di secco negò ogni appartenenza, non raccogliendo però la nostra proposta di far si che i suoi assessori si pronunziassero in merito come aveva fatto lui. Un leader politico serio ed onesto ma troppo in fretta dimenticato negli anni ’80, poco prima di morire prematuramente, lanciò uno slogan, “Trapani non sei terra di conquista”. A distanza di tantissimi anni le parole dell’on. Nino Montanti restano attuali, attualissime. Trapani è diventata e resta terra di conquista per colpa di una classe politica che non è giusto definire inconcludente, perché semmai ha saputo concludere e definire tante cose, ma per lo più sbagliate, inutili alla collettività e utili a pochi. L’ultima delle (presunte) malefatte l’ha evidenziata il senatore Santangelo del movimento 5 Stelle: ossia tutti i soldi che davvero sembrano rubati alle casse del Comune, a Trapani dove si produce politicamente, da un punto di vista amministrativo, poco abbiamo avuto commissioni consiliari che si sono riunite in piena estate, commissioni che hanno avuto una durata quasi difficile da cronometrare, abbiamo consiglieri comunali che eletti da disoccupati hanno trovato incredibili opportunità occupazionali in ditte private, così da far guadagnare qualcosa alle ditte grazie al sistema dei rimborsi per le ore, o le giornate non lavorate, che risultano essere state tante. Per non parlare del teatrino sulle tasse comunali.le cronache delle ultime settimane ci hanno raccontato si un sindaco impegnato a fare “una Giunta del sindaco” senza però negarsi al confronto con alcuni esponenti del Consiglio comunale, o con autorevoli 8sic) rappresentanti della politica locale. Ci crediamo poco, perchè a sentire qualche nome che gira nell’aria viene la pelle d’oca. Bisogna riconoscere che in questi giorni il Pd non si è nascosto, è l’unico partito che discute in streaming o quasi. Sembra che il segretario comunale Brillante abbia vinto e cioè la sua linea, condivisa dal coordinamento comunale, di sfiducia al sindaco e di elezioni anticipate abbia ricevuto l’avallo del segretario regionale Raciti. “E’stato ribadito – dice Francesco Brillante all’indomani del vertice palermitano – il ruolo di opposizione del Pd, sottolineando che è interesse di tutti andare alle urne il più presto possibile, e dunque in conformità con il deliberato comunale”. La strada però è incerta. Perché del Pd fa parte anche l’on Paolo Ruggirello i cui consiglieri di riferimento sono ufficiosamente del Pd avendo mantenuto in aula consiliare autonoma collocazione ancora nel gruppo denominato articolo 4. E Ruggirello ha steso verso Damiano tutto quello che c’era da stendere pur di riuscire ad entrare in Giunta. Conoscendo l’on. Ruggirello difficilmente finirà col seguire il diktat di partito, ma siamo altrettanto certi che nessuno lo butterà fuori dal partito dove è appena entrato. Tutto il resto di queste ore poi sembra essere una messa in scena divertente.sfiducia si, sfiducia no, governi di salute pubblica, autocandidature assessoriali e via discorrendo. Damiano non è figlio, politicamente, di nessuno, così come a sentire la gente anche il Consiglio comunale non è figlio di nessuno. Si saranno autoeletti?

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.