Che fine ha fatto la pista ciclabile di Erice? Presentato esposto in Procura a Trapani

Maurizio_SantangeloIl Movimento 5 Stelle in riferimento alla pista ciclabile che doveva esser realizzata ad Erice, in un comunicato denuncia che: “E’ trascorso già un anno da quando è venuta alla ribalta della cronaca la vergogna della pista ciclabile di Erice.
Noi del M5S,  sempre in allerta nel controllare come vengono spesi i soldi pubblici, e quando nel settembre del 2014, le strade comunali di Erice furono macchiate dalla vernice “rossa”, non potemmo non raccogliere le rimostranze dei cittadini ericini, loro, rimasti senza parole, noi con tante cose da dire.
L’ennesima incompiuta è ormai sotto gli occhi di tutti, come sempre a pagarne le conseguenze delle inefficienze amministrative, del mancato rispetto degli appalti pubblici, sono sempre dei cittadini.
A seguito della risposta del Ministero, all’interrogazione presentata  interrogazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per la questione dei lavori per la realizzazione del sistema di piste ciclabili completo di stazioni per il bike sharing a Erice, si è rafforzata l’idea nel portavoce Santangelo che questa vicenda meritasse un serio approfondimento proprio perché si parla, lo ripetiamo, di progetti importanti per la comunità finanziati con soldi pubblici (per l’esattezza solo il Ministero dell’ambiente per l’opera sborserebbe 340.956,85 Euro). Peraltro, questo progetto prevedeva delle stazioni di Bike sharing, alimentate, come accade nei Paesi più all’avanguardia, con fonti rinnovabili. Come dire, ci fanno sognare. Da qui la richiesta di acceso agli atti, da cui sono emersi importanti elementi, che rilevano una gestione non proprio regolare, per usare un eufemismo, da parte dell’amministrazione comunale di Erice, nella gestione di questo progetto. Tali “irregolarità” sono state quindi denunciate in un esposto alla Procura della Repubblica di Trapani, in modo che la magistratura potesse indagare e verificare la sussistenza di responsabilità penali, civili ed amministrative in capo ai dirigenti responsabili e agli amministratori comunali. Tra le tante incongruenze che si possono leggere negli atti, quelle più gravi sono senz’altro legate “all’acquisto e all’assemblaggio delle attrezzature al bike sharing” che il Comune di Erice comunicava al Ministero preposto di aver effettuato. Infatti non c’è traccia di alcuna documentazione, almeno negli atti a cui si è avuto accesso, che testimoni l’effettivo acquisto ed il fatto potrebbe assumere rilevanza penale. Quindi che fine ha fatto la “mega fornitura di bici con sistema assistito che doveva incidere per 185 mila euro, cioè il 50% dell’appalto complessivo” come dichiarato dal Sindaco Tranchida l’anno scorso in conferenza stampa ? Ma ripetiamo, sarà la magistratura a fare le opportune verifiche. Mentre una responsabilità sul piano politico per il mancato compimento dell’opera, oggi consistente solo in una striscia di colore rosso, ormai sbiadita, che serpeggia nella cittadina, risulta innegabile! Infatti sono 6 o 7, si è perso il conto, le proroghe richieste dal sindaco al MATTM per iniziare e terminare questi benedetti lavori. Pensate bene che l’opera è stata ammessa finanziamento dal Ministero con decreto dell’8 febbraio 2011 e che i lavori come da relativo bando, “dovevano iniziare entro 120 giorni dalla concessione del finanziamento e provvedere al completamento delle opere entro il termine dei successivi 365 giorni”. Se la matematica non è un’opinione, a noi i conti non tornano. Siamo nel 2015 e la pista ciclabile dov’è?  Il Comune di Erice ha beneficiato di proroghe per un periodo cumulativo superiore a 180 giorni in contrasto di quanto previsto all’art. 10 del comma 7 del bando.  Proroghe di volta in volta, supportate da svariati motivi, dal flusso turistico, alle modifiche normative sulla legge degli appalti,chi più ne ha, più ne metta! Per non parlare poi di tutte gli altri “intoppi” contingenti: revoca del mandato all’impresa appaltatrice, cambiamento del  responsabile del procedimento, del direttore dei lavori, insomma un parterre di scuse, di giustificazioni che in realtà si riconducono ad una sola e triste considerazione: l’amministrazione di Erice non è  in grado di sfruttare un’importante opportunità che consente a questo comune, non solo di offrire un servizio ai suoi cittadini, ma di essere un esempio tutto italiano di sviluppo e di innovazione, da mostrare ai tanti turisti europei che  ogni anno visitano questo luogo incantevole! Che dire attendiamo tempi migliori! Ma nel frattempo noi del M5S continueremo a far sentire il nostro fiato sul collo e a monitorare la vicenda affinché si giunga o al compimento dell’opera o all’individuazione chiara delle responsabilità perché chi sbaglia paga!”

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