Santangelo (M5S) dopo il caso Linares chiede le dimissioni di D’Alì. La risposta di D’Alì in Senato.

Santangelo vs D'AlìSantangelo, Senatore Movimento 5 Stelle, visto le notizie di cronaca sul Senatore D’Alì, che avrebbe fatto pressioni su De Gennaro, ex Capo della Polizia, per allontanare Linares, che era impegnato nella cattura del latitante Matteo Messina Denaro, ne chiede le dimissioni. “Quello che si chiede oggi al Senatore D’Alì – afferma Santangelo – per una questione di correttezza istituzionale, sono le dimissioni, in quanto, non si può rappresentare dentro le istituzioni gli onesti cittadini, avendo sulle spalle delle così gravi accuse. Ribadisco che D’Alì farebbe bene a dimettersi e non stare seduto nei banchi del Senato, le istituzioni della Repubblica, non possono essere infangate dalla presenza di persone che gli inquirenti dicono di aver contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra”.

“D’Alì oggi si trova, ancora, – continua Santangelo – sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, perché D’Alì avrebbe contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, mettendo a disposizione le proprie risorse economiche e istituzionali, nonché intrattenendo, anche per scambio elettorale, rapporti con esponenti mafiosi di spicco. Ma a D’Alì si addebiterebbe, l’incredibile allontanamento di un servitore dello Stato chiamato da tutti i trapanesi e non solo il Prefetto del popolo. Infatti fu trasferito da Trapani ad Agrigento, poco tempo dopo che Sodano scoprì e bloccò il tentativo di Cosa nostra, di riappropriarsi di un bene confiscato al boss mafioso di Trapani Vincenzo Virga: la “Calcestruzzi Ericina””.

Pronta la risposta del Senatore D’Alì in Senato: “Signor Presidente, sono abituato purtroppo alle invettive, anche contro di me, fuor di luogo e fuor di ogni contesto istituzionale. Non ho mai replicato, se non nelle aule dei tribunali dalle quali sono stato assolto. Non consento, comunque, che si possa intervenire, in pendenza anche di una situazione processuale, cercando di coartare nei miei confronti la magistratura, così come è stato fatto da stampa e da colleghi, al contrario di quanto si suol dire, cioè che la politica vuol coartare la magistratura. Qui si sta cercando di influenzare il giudizio di un tribunale, al quale io mi sono sempre rimesso, senza utilizzare mai nessuna opportunità che la mia carica mi offriva, neanche per un semplice rinvio. Da quel tribunale io sono stato già assolto, e io spero lo sarò anche nella seconda fase del giudizio”.

Santangelo risponde: “Assolto in base a prescrizione!”

D’ALI’ ribatte: “Tutto ciò che ho ascoltato è assolutamente confutato dai fatti. Abbiamo in questi giorni ascoltato – purtroppo – anche le estemporanee esternazioni di un pubblico ministero, che sono smentite dalle stesse testimonianze rese dal Capo della Polizia. Quindi, signor Presidente, io non solo respingo in maniera decisa e assolutamente serena quanto viene detto in quest’Aula come non vero, ma la invito anche, mi perdoni se debbo farlo, a non consentire che, oltre che sui giornali, sulle televisioni e sui siti, si possano anticipare anche in questo Senato dei giudizi riservati ad altro organo istituzionale e rispetto ai quali io sono fiducioso che saranno assolutamente sereni”.