Confisca di beni e sorveglianza speciale per la sorella del capomafia latitante Matteo Messina Denaro

messina denaro patriziaLa Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha confiscato alcuni terreni, per un valore di 70.000,00 euro, a Messina Denaro Anna Patrizia, 45enne, detenuta, sorella del più noto Messina Denaro Matteo, capomafia, latitante.

La donna, tratta in arresto dalla D.I.A. nel dicembre 2013, nel corso dell’operazione congiunta denominata “Eden”, è stata condannata, in primo grado, dal Tribunale di Marsala, con sentenza emessa il 31.3.2015, a 13 anni di reclusione, perché ritenuta responsabile, in concorso, di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata in danno di Campagna Rosetta, una delle eredi di Bonagiuso Caterina, quest’ultima madrina di battesimo della Messina Denaro.

La sorella del latitante, come si rileva dal provvedimento, “svolgeva un ruolo di raccordo con il fratello per scambi d’informazioni e per il coordinamento delle risorse economiche; ruolo fondamentale per assicurare l’assoluta segretezza, consentendo al congiunto di sottrarsi alla cattura ed alla consorteria di reperire fonti di finanziamento”.

Le indagini complesse ed articolate, delegate e coordinate dalla Procura Distrettuale di Palermo, d’intesa con il Proc. Agg. Dr. Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione”, sono state condotte da personale della D.I.A. trapanese. L’esito delle stesse è convogliato nelle proposte avanzate dall’Autorità Giudiziaria per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale e personale nei confronti della Messina denaro.

L’odierno provvedimento di confisca del Tribunale – Misure di Prevenzione di Trapani, Presidente dr. Piero Grillo, è stato emesso nella formula per equivalente, come previsto dall’art.25 del Codice Antimafia, a compensazione della somma pari ad euro 70.000,00, provento illecito derivante da accertata estorsione e non più rinvenuto nella sua disponibilità.

In particolare, Messina Denaro Anna Patrizia ha distratto l’illecito provento, al fine di eludere un eventuale provvedimento di sequestro o confisca, utilizzandolo per la sottoscrizione e successiva estinzione di una polizza pari ad euro 30.000,00 e, per la restante parte, per altre spese.
La confisca ha riguardato dei fondi di contrada Zangara, nelle campagne di Castelvetrano, ricevuti dalla donna in donazione qualche anno addietro.

Con il medesimo Decreto è stata disposta nei confronti della stessa la Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza che, tenuto conto del grado di pericolosità, è stata determinata per la durata di quattro anni, con obbligo di soggiorno.