Il mar Mediterraneo non più teatro di morte ma di rinascita. Appello del vescovo di Trapani mons. Fragnelli durante una preghiera svoltasi ieri pomeriggio a Torre Ligny.

lignyAl tramonto, davanti a Torre Ligny dove il Canale di Sicilia incontra il Tirreno, si è tenuta ieri sera la preghiera in musica in occasione della celebrazione della Giornata per la Custodia del creato. Un momento inteso e suggestivo che si è concluso con l’Ave Maria intonata dal gruppo “Anime InCanto” e dal coro della parrocchia “Santissimo Salvatore” di Trapani per salutare “quanti sono in mare in questo momento su barche così precarie per inseguire i propri sogni alla ricerca di una vita migliore e quanti su questo mare lavorano per portare il pane alle loro famiglia”.

“Dobbiamo assumere una coscienza nuova, insieme a tutti i credenti e a tutti gli uomini di buona volontà – ha detto il vescovo Pietro Maria Fragnelli – Una coscienza che sia dolorosa e gioiosa insieme: dolorosa per tutto quello che la nostra casa comune subisce per il nostro comportamento, e gioiosa per la gratitudine della bellezza che abbiamo ricevuto e del mistero che è ogni essere vivente”. Il vescovo (che si è anche rivolto agli abitanti della zona ringraziandoli per aver salvato dell’abbandono l’area) ha quindi parlato dell’impegno comunitario necessario per costruire una nuova coscienza ecologica integrale con un’immagine biblica.

“Torre di Ligny – ha detto – torre edificata tra due mari è simbolo di quello che siamo chiamati a fare per il bene della città di Trapani e della nostra terra. Può essere il simbolo di un nuovo senso dell’umano, una rinascita e una restaurazione, da costruire nel mar Mediterraneo: come la torre del gregge del profeta Michea, la torre che raduna gli uomini di ogni cultura e religione, in questa torre deve esserci posto per ogni vivente, è presidio del mosaico della vita che è affidato a tutti. E’ il momento di fare revisione seria della nostra vita – ha continuato mons. Fragnelli – di assumere responsabilità: l’economia malata produce distruzione a vantaggio di pochi che si illudono di essere i signori dell’universo, ingiustizia e manipolazione”. Quindi, dopo il momento musicale in cui il soprano Simona Guaiana ha interpretato con un lungo vocalizzo il grido della terra, il vescovo ha concluso: “ Questa sera una donna ha interpretato il grido doloroso della terra. Questo grido di donna è anche la grande sorpresa davanti alla vita che nasce e il grido del messaggio straordinario della resurrezione che fu affidato ad una donna”.

Infine un messaggio ai giovani a farsi interpreti e costruttori di una “torre di fiducia e di difesa del creato e dell’umanità, per costruire una coesione profonda e un’appartenenza vera”. Al termine della celebrazione del Vespro il vescovo ha anche annunciato che per intensificare la riflessione e l’impegno della Chiesa trapanese sui temi sociali della cura del creato ha nominato direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e il lavoro mons. Gaspare Aguanno.

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