Aiutava il boss Messina Denaro, adesso gli dedicano un torneo di calcio

paolo forteAccade a Castelvetrano dove domani è prevista una amichevole tra le squadre della Folgore e del Marsala nel ricordo di Paolo Forte che non fu solo il vice presidente della Folgore ma anche un favoreggiatore della latitanza del capo mafia belicino. Protesta Libera e il sen. Santangelo (5 Stelle) chiede l’intervento del prefetto

Il primo rapporto giudiziario è del 1995. Nel riferire alla magistratura le indagini sul mandamento mafioso di Castelvetrano, la Polizia annotò per bene i rapporti tra il capo mafia latitante già all’epoca, Matteo Messina Denaro, con un imprenditore di Castelvetrano, Paolo Forte. Negli anni a seguire lo stesso imprenditore è stato citato, e indagato, in altri procedimenti. Figlioccio di cresima di Matteo Messina Denaro, il boss per un periodo per potersi muovere tranquillamente utilizzò anche una carta d’identità valida per l’espatrio intestata a Paolo Forte, cambiò la foto e quel documento sembrava essere perfettamente il suo. C’è la testimonianza del pentito Francesco Geraci: “Messina Denaro Matteo utilizzava qualche nome di copertura? Si, lui praticamente si era fatto la tessera di Paolo Forte, aveva il documento con il nome e cognome di Paolo Forte”. Di Paolo Forte tra gli altri a parlarne fu un altro collaboratore di giustizia di Mazara, il comandante di pescherecci Bartolomeo Addolorato. Parlò di Forte a proposito di un carico di hashish destinato proprio all’imprenditore: “Mi risulta che all’epoca i fratelli Forte stavano cercando di ottenere le autorizzazioni per impiantare un distributore di benzina a Castelvetrano e precisamente all’uscita del paese di Castelvetrano dalla parte dove c’è il Carcere in costruzione.

In quel periodo, Paolo FORTE, al quale diedi 37 chili di fumo, mi partecipò che vi era cointeressato nella futura gestione del distributore una persona che abitava a Roma e che aveva interessi nel traffico dell’hashish”. E’ anche in questo contesto investigativo, risalente al 1995, che sono emersi rapporti oltremodo “pericolosi” dell’imprenditore Paolo Forte. Anni prima, nel periodo in cui la mafia preparava la strategia stragista del 1993, a Castelvetrano per un periodo alloggiò un autotrasportatore campano, Antonio Scarano, diventato dopo l’arresto collaboratore di giustizia. Scarano raccontò di essere stato lui ad occuparsi del trasporto di parte dell’esplosivo usato nelle stragi del ’93, tritolo che venne a prendere a Castelvetrano.

A dargli copertura e alloggio proprio l’imprenditore Paolo Forte. Paolo Forte è morto improvvisamente poco più che cinquantenne nel 2012. I suoi funerali a Mazara furono celebrati in una cattedrale gremita. C’erano anche parenti del boss Matteo Messina Denaro. Se non fosse morto per lui era pronto un nuovo ordine di arresto nell’ambito di una indagine antimafia dei Carabinieri di Trapani. Forte intercettato si scoprì essere oltremodo interessato agli affari per l’energia eolica in chiave mafiosa ovviamente. Si dava da fare assieme ad un consigliere comunale e sindacalista castelvetranese, santo Sacco, arrestato e già condannato nei due gradi di giudizio che si sono già svolti. Insomma un personaggio “di rispetto” l’imprenditore Forte, eppure per parte della società civile è un soggetto che merita il ricordo con tanto di torneo calcistico a lui dedicato. L’appuntamento è fissato per domani sul campo di calcio della castelvetranese Folgore che disputerà una amichevole con la squadra del Marsala, con tanto di manifesto, con foto del forte, che annuncia l’evento calcistico, e con una serie di patrocini a cominciare da quello della Lega Nazionale Dilettanti.

Il ricordo siffatto di Paolo Forte ha però suscitato indignazioni. Libera ha voluto per prima esprimere il suo pensiero con un comunicato stampa: “Lo sport è occasione educativa dove poter sperimentare valori quali la solidarietà, la condivisione, il sacrificio, il rispetto delle regole……Quando un torneo di calcio viene dedicato alla memoria di qualcuno lo si fa perchè, in qualche modo, si vuole rendere omaggio a chi, in vita, ha incarnato valori sani, grazie al suo comportamento, che si intendono proporre come esempi cui richiamarsi per il futuro.
I memorial hanno questo scopo. Per queste semplici ragioni non può non destare meraviglia e disappunto la notizia del memorial di calcio dedicato a Paolo Forte, ossia a chi ha messo la propria vita al servizio non della collettività, o del bene comune, o del rispetto dei valori fondanti il positivo vivere civile, bensì al servizio della mafia e dei suoi più rappresentativi esponenti, tra i quali il mafioso latitante Matteo Messina Denaro.

Ma ancora più sollecita perplessità constatare che la partita ha l’approvazione, attraverso il suo patrocinio, da parte della LND (Lega Nazionale Dilettanti). Il coordinamento provinciale di Libera ritiene inopportuna ed indecorosa la partecipazione della LND e del Marsala calcio al torneo dedicato alla memoria di un filo mafioso se non mafioso egli stesso e chiede alle due citate organizzazioni sportive di ritirare la propria partecipazione alla manifestazione calcistica”. Il senatore Vincenzo Santangelo (5 Stelle) ha chiesto all’associazione italiana arbitri di non mandare alcun proprio iscritto ad aribitare l’amichevole. “Un memorial – si chiede Santangelo – per compiacere il padrino o per commemorare il figlioccio defunto?”. La società calcistica Folgore ha però respinto ogni accusa. “La dirigenza tutta è estremamente amareggiata per delle esternazioni che, a tutti i costi e senza parecchi scrupoli, hanno voluto trasfigurare un normalissimo incontro di calcio in memoria di un EX DIRIGENTE prematuramente scomparso, in un match commissionato da chissà quale potente capomafia. La realtà dei fatti è che accogliendo la proposta di Nino Forte, ex arbitro di Serie C di calcio, e fratello del compianto Paolo Forte, la dirigenza rossonera ha pensato di trasformare una classica amichevole estiva in un’occasione per commemorare un uomo che, da calciatore prima e da Vicepresidente poi, ha dedicato tempo e passione alla Folgore Selinunte. Solo per le suddette motivazioni, per questo suo forte legame con i colori rossoneri, e non certo per i motivi addotti nell’articolo pubblicato, Paolo Forte non era un tifoso qualunque. Pertanto, l’Asd Folgore Selinunte respinge al mittente ogni infamante accusa”. “E già – commenta ancora il senatore Santangelo – Paolo Forte non era un uomo qualunque, era si uno storico dirigente e tifoso della Folgore ma soprattutto era figlioccio di cresima di Matteo Messina Denaro”. Il parlamentare di Cinque Stelle ha anche avvertito il prefetto e il questore di Trapani. Ma fino a questo momento l’appuntamento calcistico con tanto di dedica resta confermato per domani alle 17,30. “Chi assisterà al torneo – conclude il sen. Santangelo – magari le stesse figure che hanno partecipato ai funerali solenni!”.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.