Il gruppo politico UCD si oppone all’aumento delle tasse

UCD e Nino OddoALCAMO – “Il Gruppo politico UCD, consiglieri Trovato Salvatore, Ferrarella Francesco, Nicolosi Antonio, il coordinatore Parisi Domenico, il direttivo Coppola Enzo e Simone Giuseppe, ritiene forsennata e impraticabile l’idea di aumentare le aliquote di imposta comunale proposte dal Commissario, il grave momento di crisi economica che attanaglia l’intera città e che blocca ogni attività commerciale, artigianale, agricola e imprenditoriale non consente un maggiore esborso di tasse.

Il Gruppo UCD, da sempre impegnato nella difesa delle fasce più deboli della società e protagonista in Consiglio Comunale di alcune battaglie per agevolazioni ai cittadini, come il Comodato d’uso gratuito tra parenti di primo grado fino ad un volume Isee di 15.000,00 Euro modificativa della proposta di ABC che escludeva da tale beneficio i più poveri, nonché di riduzioni di imposte come in occasione della proposta di aumento aliquote del 2014, allorquando si ribellò all’aumento e contribuì all’approvazione del Bilancio, non può permettersi di perorare una causa che il popolo non può fronteggiare e non giustificherebbe. Oggi tantissime famiglie non riescono a far quadrare i conti e molte hanno problemi di alimentazione, per cui tutti noi abbiamo il dovere di comprendere lo stato di necessità e di amministrare nel massimo rigore e risparmio possibile.

Il Gruppo UCD, come in altre occasioni, è convinto che sia possibile una strada diversa, fatta di tagli, di minori spese, di eliminazione di qualche privilegio e incentivo, di riduzione di sprechi e, soprattutto, di ottimizzazione dei servizi che consentirebbe una riduzione dei costi, proposte già avanzate al Commissario.

Per questi motivi l’UCD voterà contro l’aumento di tasse e si adopererà, in sede di approvazione del Bilancio comunale, per la previsione di spese effettivamente necessarie, il Gruppo ha già idea di come far pareggiare il Bilancio, quali capitoli di spesa ridurre e quali capitoli di entrata aumentare, in modo da trovare un equilibrio virtuoso che non incida sulle già precarie condizioni economiche dei cittadini e del mondo della produzione.

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