Monte Bonifato, ecco tutto quello che non va

Massimo-FundaroL’elenco delle inadempienze è in una dichiarazione dell’ex vice sindaco e presidente di Sel in Sicilia, Massimo Fundarò

Abbiamo scritto delle scarse anzi inesistenti indignazioni a proposito del rogo di Monte Bonifato. Ci correggiamo, una voce si è alzata. Al solito come suo stile calzante e preciso l’on. Massimo Fundarò, ex vice sindaco, presidente di Sel in Sicilia, da decenni sulla breccia di ogni battaglia sociale a difesa dell’ambiente, non solo alza i toni ma fa un elenco di tutte le inadempienze attorno alla gestione della riserva naturale di Monte Bonifato. E dice anche qualcos’altra cosa in più. E siccome ci pare che le sue dichiarazioni non meritino la solita sintesi giornalistica, ma vanno lette per intero, le pubblichiamo a seguire questa nostra premessa. Diamo atto all’on. Fundarò ci viene anche in soccorso circa la sintesi giornalistica del caso, perché le sue dichiarazioni non sono molto lunghe e poi non tralasciano nulla, dicono tutto e non quasi tutto.
Fra ieri ed oggi ettari ed ettari di vegetazione ed alberi sono stati distrutti da un incendio chiaramente doloso.
Siamo stanchi di parole di circostanza, del balletto di accuse e contraccuse, del balbettio delle istituzioni competenti che non sanno cosa dire.
Le cittadine ed i cittadini alcamesi, i siciliani pretendono fatti, interventi concreti per assicurare alla giustizia gli autori di questo disastro ecologico e scelte politiche coraggiose, provvedimenti amministrativi che evitino il ripetersi quasi annuale di tali attacchi al patrimonio boschivo ed ambientale della nostta città.
Da anni la nostra riserva è abbandonata a se stessa, non vengono effettuati lavori di manutenzione del sottobosco, gli interventi di prevenzione degli incendi latitano, la sorveglianza diurna e notturna è assolutamente insufficiente.
Non c’è il direttore della riserva, non c’e il piano di sistemazione della zona A, tutte inadempienze di legge che il soggetto titolare della gestione di “Bosco d’Alcamo”, la Provincia regionale di Trapani non ha mai cercato di sanare.
Una proposta concreta: il commissario straordinario Giovanni Arnone, chieda alla regione che la gestione della riserva naturale “Bosco d’Alcamo” venga tolta alla ormai latitante Provincia regionale di Trapani e venga assegnata al Comune di Alcamo.
Si potrà, così, avviate un progetto di salvaguardia e rilancio della riserva
, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e culturali ( ricordo l’opera costante e preziosa del Comitato “Salviamo Monte Bonifato”), e dell’apporto tecnico e professionale della Forestale”.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.