Alcamo, “in ospedale c’è migliore organizzazione ma non è ancora adeguato”

Ospedale Alcamo 1Sopralluogo del deputato regionale Valentina Palmeri (5 Stelle), 100 mila abitanti privi di servizi essenziali

E’ stato un giro approfondito, reparto per reparto, è stata l’occasione per parlare con medici e operatori sanitari, sopratutto per ascoltare degenti e cittadini. L’onorevole Valentina Palmeri, parlamentare-portavoce 5 Stelle a Sala d’Ercole, non molla la presa. Sul tema della sanità pubblica e sulla situazione sanitari ad Alcamo e più in generale nel comprensorio trapanese non ha fatto mai mancare la sua attenzione, tanto da coinvolgere l’intero suo gruppo parlamentare che nel tempo ha presentato interrogazioni, interpellanze e mozioni. E’ lo stesso gruppo 5 Stelle a ricordare con un comunicato come “le molteplici battaglie condotte hanno portato ad un efficientamento dei servizi, ma – afferma l’on. Palmeri – non si può accettare che un territorio con un bacino di utenza che può arrivare anche a 100 mila abitanti sia privo di un vero ospedale e servizi pubblici adeguati”.

Questo il resoconto sull’ultima visita: “Complessivamente, nell’ospedale si registrano alcuni miglioramenti grazie all’impegno profuso da parte dei vertici aziendali dell’Asp di Trapani e grazie anche all’impegno politico dello stesso gruppo M5S, tradotto in atti parlamentari presentati sin dal nostro insediamento all’Ars; frequenti anche i tavoli di incontro in l’assessorato, e le collaborazioni con i vertici dell’azienda, dell’ospedale e con lo stesso ex sindaco di Alcamo”. “Nell’ospedale però, – aggiunge Valentina Palmeri – persistono ancora delle problematiche. Continuano, infatti, le carenze di personale; mancano monitor, barelle e arredi, tutti beni per i quali le gare sono in corso ma la lentezza burocratica in capo all’azienda sanitaria è eccessiva; del tutto insufficienti i servizi ambulatoriali specialistici ospedalieri”.

“In particolare ho visitato, informalmente, i locali del pronto soccorso, rinnovati di recente da lavori di ristrutturazione e riorganizzazione. Compatibilmente con gli oggettivi limiti strutturali di base, si registra nel complesso un miglioramento ed un riammodernamento anche dell’organizzazione, attraverso l’implementazione dell’OBI autorizzata all’interno dello stesso, ma ancora non ufficialmente in funzione per la mancanza di personale medico, infermieristico e ausiliario dedicato; quindi, rispetto al passato, quando il pronto soccorso era solo un PTE, adesso questo reparto sembra oggettivamente averci guadagnato. Per quanto riguarda attrezzature e macchinari: le due sale visite, di cui una attrezzata per il trattamento dei codici rossi, sono state dotate di monitor multi-parametrici di ultima generazione, mentre si aspetta l’arrivo di due nuovi defibrillatori, uno per ogni sala visita, di cui si è fatta richiesta, ma a tutt’oggi non sono arrivati. Si è istituito il triage infermieristico. Al triage, per il perfetto funzionamento, mancano ancora i monitor nella sala di attesa in cui si evidenzia il numero di chiamata con i rispettivi codici di gravità, ciò è fondamentale perché i pazienti in attesa, possono vedere, in tempo reale, quanti pazienti sono presenti in pronto soccorso, quanti pazienti devono aspettare in base al codice di gravità attribuito, se ci sono delle emergenze in corso. Quindi il triage al momento sembra che funzioni alla buona, non assolvendo il suo compito al meglio, del resto credo che se si istituisce un servizio, questo deve essere messo nelle condizioni di funzionare in maniera ottimale prima ancora di farlo divenire operativo. Girando per i locali del pronto soccorso, mi sono accorta della carenza oggettiva di arredi, infatti mancano sedie, scrivanie, computer, monitor, barelle, sedie a rotelle, già richiesti e sollecitati più volte all’azienda. Un’altra problematica emersa, e di non poco conto, è data dalle linee telematiche che talvolta risultano molto lente e che ritardano notevolmente le attività; infatti, ormai tutto è informatizzato, dalla registrazione del paziente al triage, alla richiesta di qualsiasi esame, prestazione o consulenza (esami di laboratorio, radiologici, consulenze varie), alla compilazione del verbale di dimissione e quant’altro. Si tratta di rallentamenti che causano non di rado tensioni e affollamento; in tutto ciò, manca pure il servizio di sicurezza. Il piano di ristrutturazione del pronto soccorso prevedeva pure la realizzazione della zona calda, cioè di quell’aria antistante il pronto soccorso di accesso diretto per mezzi e pedoni (camera calda), ma a causa di carenza di fondi non è stata realizzata”.

Rispetto ad altri reparti e servizi, continua così la deputata Palmeri: “Per quanto riguarda la cardiologia si registra, nel nuovo piano ospedaliero, la perdita di 6 posti letto. Nei prossimi mesi sembra non si sappia di preciso come verrà riorganizzato questo reparto, probabilmente assumerà l’organizzazione di un servizio ambulatoriale, ma almeno per il momento rimangono ad Alcamo i medici di cardiologia, e questo è importantissimo anche per lo stesso pronto soccorso.

In generale, i servizi ambulatoriali specialistici dell’ospedale continuano ad essere molto carenti, quasi del tutto assenti, la cui presenza, alla luce del fatto che tanti fondamentali reparti sono stati chiusi negli anni e del grande bacino di utenza del nostro piccolo ospedale, si renderebbero indispensabili. Al momento sono presenti solo un servizio di ginecologia, con un solo medico, e pediatria, anche esso con un solo medico che viene una volta a settimana, cosa che obbliga il cittadino alcamese a recarsi in altri ospedali per una semplice visita specialistica o, ancora più probabile, presso servizi privati. Nel nuovo piano, inoltre, hanno aumentato i posti letto della lungodegenza da 6 a 12 posti, poi inoltre sembrerebbe, da piano, che ci sarà un’area per la riabilitazione, che dovrebbe essere aperta, ma quando e come verrà attivata per il momento non è dato saperlo”.

“Nell’attesa che una nuova struttura ospedaliera ad Alcamo, più volte menzionata e di cui ancora a tutt’oggi non abbiamo riscontro, diventi un giorno realtà, da parte mia e di tutto il M5S – conclude la deputata Cinquestelle – si continuerà la vigilare e a lottare per la funzionalizzazione dell’ospedale, oltre che per il suo mantenimento, così come si farà in tutti gli ospedali siciliani. Nel nostro caso specifico continueremo a ribadire che non si può accettare che un territorio con un bacino di utenza che può arrivare anche a 100mila abitanti sia privo di un vero ospedale e servizi pubblici adeguati”.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.