Domiciliari col braccialetto per il cognato del boss Messina Denaro

Arrestato COMO GaspareArrestato dalla Dia Gaspare Como. Ha sottratto beni per 200 mila euro al sequestro.

Quei negozi aperti a Castelvetrano erano la dimostrazione che lo Stato non era riuscito a incrinare il potere mafioso locale. Esercizi commerciali sequestrati tornati in piena attività, addirittura più grandi e più forniti. A completare l’opera ben riuscita anche una lettera della proprietà diretta ad un quotidiano regionale, “noi siamo la buona impresa e ce lo dimostra la tanta gente che ogni giorno viene qui ad acquistare”. Era accaduto che certe carte erano state confuse, che utilizzando escamotage commerciali, tanto da riuscire a resistere ad una ordinanza comunale che imponeva la chiusura, quei negozi di proprietà della famiglia Messina Denaro, tanto per capire di chi e di cosa stiamo scrivendo, erano rimasti aperti, con tanto di insegna e vetrine bene allestite. Quei negozi servivano a riempire di cose concrete le risposte che ogni volta i Messina Denaro, Bice, sorella del boss latitante, e Gaspare Como, il marito, fornivano a chi chiedeva loro come fosse finito col sequestro: “….ma quale sequestro tutte i cose ni turnaru”. In effetti erano loro che si erano ripresti “tutti i cose”.

Il bel tempo per loro però è durato poco. Stamane agenti della Dia di Trapani hanno arrestato Gaspare Como, 45 anni, per intestazione fittizia di beni. L’ordine di arresto è stato emesso dalla Procura di Marsala. Como è stato sottoposto agli arresti domiciliari e dovrà portare il braccialetto elettronico. Contemporaneamente gli sono stati sequestrati beni per 200 mila euro, anche una villetta nella zona balneare di Triscina. Como aveva già subito nel 2012 un sequestro di beni, ma era il sequestro di quei due negozi che non gli è andato giù, e si è dato subito da fare, riuscendo a riaprire nei locali dove erano stati affissi i sigilli, utilizzando nuove società, scatole vuote intestate a persone di fatto estranee ma che si sono prestate alle sue richieste. E infine quei negozi erano riusciti a riaprire, con tanto di pubblicità anche su facebook. La faccia tosta è stata così tanta che Bice Messina Denaro ad un certo punto quando questa storia è finita sui giornali, non ha nascosto il suo nome a proposito della nuova impresa commerciale, vantandosi di essere una imprenditrice onesta e apprezzata…visto il giornaliero gran numero di clienti. A Castelvetrano la scena non è nuova. Quando arrestarono Grigoli e gli sequestrarono l’impero commerciale, cìi fu chi attivò una petizione per esprimere solidarietà a Grigoli. Nel caso dei negozi dei Messina Denaro il passa parola rispettato era quello di comprare ogni giorno qualcosa in quei negozi.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.