La lettera degli alunni al Professore Gioia

Professore Gioiadi Milena Vesco

Si è svolto ieri il funerale di Emanuele Gioia, docente storico del liceo classico “cielo d’Alcamo”, considerato da tutti “l’anima della scuola”, deceduto il 21 Aprile mattina. Durante la cerimonia avvenuta presso la chiesa di Sant’Antonino, Don Fabiano ha sottolineato più volte la copiosa presenza di persone di tutte le età e ha condiviso dei ricordi personali sul suo rapporto con Emanuele Gioia.
A conclusione della celebrazione, alcuni alunni hanno letto con commozione una lettera, l’ultimo saluto rivolto al loro professore, un uomo che ha sempre dedicato tutto se stesso alla scuola, trasmettendo ai suoi alunni passione e dedizione, e istituendo con loro un rapporto speciale di stima reciproca, sapendo riconoscere l’unicità di ciascuno dei ragazzi. L’affetto dimostratogli va oltre un ordinario rapporto alunno-docente, è stima, gratitudine e venerazione.

Professore Gioia 2Caro professore,
lo sa, lei meriterebbe le parole più belle del mondo, quelle che tanto amava, quelle che ci insegnava. Oggi vorremmo raccogliere tutte quelle parole, tutte quelle poesie e le rime nascoste, tutti gli epigrammi, le elegie, le tragedie, tutte le orazioni più belle e i più bei canti, vorremmo legarli insieme e farne un’antologia meravigliosa, una ghirlanda intrecciata di bellezza che faccia da cornice al suo ricordo prezioso. Ma noi siamo piccoli e le nostre parole a volte non bastano ad esprimere lo smarrimento che ci esplode dentro, quando qualcuno che amiamo ci lascia. Per cui, anche stavolta, accetti le nostre parole sgrammaticate e forse troppo semplici per dirle quanto ci manca, anche se se n’è appena andato, anche se il suo ricordo resterà sempre.
Difficilmente avremmo pensato di incontrare un uomo come lei, che più che essere un docente di latino e greco per noi tutti è stato un padre, un mentore, un amico, un compagno di battaglie, una persona con cui riflettere e sorridere. Grazie professore perché lei ha corretto i nostri errori (e non solo quelli delle versioni), grazie perché ci ha accompagnato nel nostro cammino, senza invadenza, senza pretese, con la discrezione di un amico fidato e la severità di un insegnante appassionato, e ci ha mostrato una strada che aspettava solo la nostra curiosità per essere scoperta in tutta la sua bellezza, perché lei aveva fiducia in ognuno di noi e in ognuno di noi riconosceva qualcosa di unico che, a volte, noi stessi dimenticavamo di avere.
Ci sapeva leggere dentro, riconosceva tutti i nostri stati d’animo e, all’occorrenza, ci faceva subito sentire meglio con una battuta delle sue. Ci metteva sempre alla prova con domande impossibili che però ci piacevano tanto perché ci portavano a riflettere con la nostra testa. Ci ha fatto ridere, tanto ridere, ridere di cuore. Portava in classe il suo umorismo e lasciava sempre fuori dalla scuola la sofferenza. La ricordiamo con mille espressioni e mille emozioni. Sapeva emozionarsi sempre, sapeva emozionare sempre. La ricordiamo mentre sbatteva la biro sulla cattedra “la sa o non la sa? La sa o non la sa?”. La ricordiamo quando sorrideva se un alunno dava una risposta sbagliata “bugiardo, bugiardone, mendace!” e quando rideva, cantava e raccontava le sue avventure con le tanto temute colombe.  Sì, prof, “la so”: ricordiamo una persona ricca. No, prof, “non la so”: siamo troppo umani per comprendere.
Grazie professore per l’amore, per il sostegno e per gli insegnamenti che non ha mai smesso di darci. Grazie perché abbiamo avuto la possibilità di imparare da un maestro come lei e sappia che non dimenticheremo mai il suo culto ossequioso per i grandi poeti come Omero, Virgilio, Leopardi, Foscolo, padre Dante che riempivano le sue lezioni e rivivevano grazie a lei. Non dimenticheremo la sua emozionante passione per la storia; per la geografia che rappresentava puro stupore di fronte alla bellezza, uno stupore che adorava trasmetterci. Ricorderemo sempre il suo amore per il nostro Liceo e di quanto lei tenesse a quella che considerava la sua piccola “creatura”: il giornalino. Sappiamo che avrebbe fatto qualunque cosa –ed ha fatto sempre più di quanto non le spettasse- pur di mandare in stampa il nostro “Agorà”, così importante per la nostra scuola.
Grazie professore perché come diceva Socrate “l’insegnante mediocre racconta, il bravo insegnante spiega, l’insegnante eccellente dimostra, il maestro ispira…” e lei ci ha ispirato e continuerà a farlo perché, d’altronde, si sa che può educare solo chi sa cosa significhi amare e lei in questo era un vero professionista e questa Chiesa, questi cuori, oggi non sono altro che un’ulteriore prova di tutto l’amore che lei ha saputo donare negli anni e che oggi si mostra in questa commossa e immensa riconoscenza. Concludiamo con delle parole che lei stesso una volta ha detto “le persone che ci hanno amato non se ne vanno mai veramente, hanno sempre il modo di accarezzarci l’anima…”. Ed a noi piace pensare proprio questo.  Arrivederci, professore!

I suoi alunni

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