Roberto Boscaglia ringrazia Trapani

Di Irene Di Bono

boscaglia trapani calcioSei anni di storia non possono concentrarsi in poche righe, forse neanche in un libro. Sei anni di emozioni, di gioie (tante) e di dolori (pochi, ma intensissimi) non si possono riassumere a parole. Ma per questi sei anni a Trapani, c’è certamente qualcosa che posso fare: dire grazie.

Grazie al Comandante Morace, meraviglioso presidente, persona con  una sensibilità fuori dal comune, che ha dimostrato nei miei confronti una fiducia incrollabile, anche nei momenti più difficili. Mai dimenticherò il suo essere buon padre di famiglia. Lo rispetto e  lo stimo come un figlio può fare con il proprio padre.

Grazie alla signora Annemarie Morace, persona di vitalità eccezionale, che ha acceso una luce nuova nella società e con cui il rapporto è stato sempre franco e leale.

Grazie a tutti i dirigenti del Trapani Calcio, con cui ho lavorato nel corso di questa meravigliosa  avventura.

Grazie allo staff medico, ai magazzinieri, ai custodi. A tutte quelle figure che sono rimaste nell’ombra e hanno fornito un contributo essenziale. E un pensiero speciale arrivi al dottor Peppe Mazzarella, figura dolce e fedele, che ha accompagnato e assecondato questa vicenda con la sua saggezza e il suo essere mite.

Grazie a tutti i giocatori che ho allenato e hanno indossato la maglia granata in questi anni. Se non ci fossero stati loro, tutto quello che è successo non sarebbe mai potuto accadere. E’ stato sempre loro il merito delle vittorie ed è giusto che l’allenatore sia considerato il responsabile delle sconfitte.

Grazie ai miei collaboratori più vicini, che spesso hanno dovuto subire i momenti di rabbia, tensione, difficoltà, dandomi tanto e raccogliendo pochissimi riconoscimenti, rispetto a quelli che avrebbero meritato.

Grazie ai giornalisti, che spesso mi hanno punzecchiato e qualche volta mi hanno fatto arrabbiare. Anche grazie a loro, però, ho potuto proseguire nel mio percorso di crescita professionale.

Un capitolo a parte meritano i tifosi. Grazie di cuore ai sostenitori granata, con cui in alcuni frangenti il rapporto è stato altalenante. Vero, è arrivato anche qualche screzio. Adesso che il mio rapporto professionale con il club si è interrotto, però, posso rivelare con serenità il mio stato d’animo. Prima di essere allenatore, io sono stato, sono e sarò sempre un tifoso del Trapani. Mi sento unito a tutti i sostenitori del Trapani dall’amore per questa società, per la città e per la maglia granata. E credo che anche i contrasti con la tifoseria siano sempre nati proprio dall’amore che tutti coltiviamo per gli stessi colori. A ben pensarci, queste frizioni si sono originate a Bolzano, nella tristissima giornata del pareggio per 1-1 che regalò il sorpasso allo Spezia, con un rigore concesso ai nostri avversari che grida ancora vendetta. E poi dal dolore della finale contro il Lanciano, con le lacrime versate da tutti noi: lacrime che ci univano tutti, dagli spalti allo spogliatoio. Ed è giusto che arrivassero le contestazioni. Anche chi criticava me, in quel momento, lo faceva per amore verso il Trapani. Ma insieme ai tifosi voglio anche ricordare la magia del riscatto: Cremona, il 4-3, “salta con noi Roberto Boscaglia” sotto una curva commuovente, le lacrime questa volta di gioia. E San Siro, la diretta su Raidue, 5 mila sciarpe granata viste dal campo: sembravano 100 mila. Al di là di tutto, se devo descrivere in una parola, con un aggettivo, come siano i  tifosi del Trapani, dico: fantastici. E a loro voglio ricordare che io rimarrò a vita un tifoso di questa squadra.

Lo ricordo anche e soprattutto alla nostra splendida curva, che ha costituito il nostro vero dodicesimo uomo, di cui abbiamo sempre sentito pulsare la passione. Che ci ha trasmesso i suoi battiti, ci ha emozionato con le sue braccia protese verso di noi, Con i cori che hanno rimbombato nelle nostre orecchie, nel nostro corpo, in ogni angolo d’Italia e soprattutto dentro il cuore dello spogliatoio. Grazie a tutti i ragazzi della curva. Siete stati una spinta eccezionale!

Infine, grazie alla città, a tutta la città di Trapani. Che ha accolto me e la mia famiglia come meglio non avrebbe potuto, facendomi sentire trapanese e orgoglioso di esserlo, dal più profondo del cuore.

L’amarezza del momento è tanta, ma notevolmente superata dalle sensazioni meravigliose vissute in questi anni, che custodirò sempre nel mio cuore. Se il campionato terminasse oggi, il Trapani sarebbe salvo e l’anno prossimo giocherebbe in serie B: con l’ausilio della classifica avulsa, ma sarebbe salvo. Sono sicuro di lasciare una squadra compatta, alla vigilia di due partite casalinghe e con molti degli infortunati che stanno rientrando. Rileggendo le parole del comandante Morace che hanno accompagnato il mio esonero, in cui si ribadisce come l’unico obiettivo stagionale sia il mantenimento della categoria, sottolineo come sia rilevante che il mio successore possa partire comunque da un patrimonio acquisito di fondamentale importanza. Insomma,il mio compito l’ho svolto: e adesso tocca completarlo a qualcun altro, per cui farò un tifo sfegatato. Perciò, il mio in bocca al lupo al Trapani è sentito e profondo. Affinché il futuro possa essere migliore del passato e del presente. E affinché il Trapani trovi interpreti che possano garantire il prestigio di 110 anni di storia. La mia storia con il Trapani è partita davanti a 500 spettatori con il 4-1 sul Mazara, in Coppa Italia, in un caldo pomeriggio di agosto. E’ passata attraverso alcune tappe che rimarranno indelebili nella mia memoria: in C/2, il 2-1 sul Melfi in 10 contro 11, con gol della vittoria di Mastrolilli in pieno recupero. Fu il pomeriggio in cui capimmo di poter vincere il campionato. E il 3-2 sul Latina: Peppe Pirrone decisivo all’ultimo respiro. In C/1, la notte gelida di Reggio Emilia, 3-1, e la sensazione di aver trovato la mia squadra. Il 2-1 a Lecce in rimonta, con  il tiro al volo di Matteo Mancosu. E, nella stagione della promozione in B, il rigore della vittoria contro il Como di Simone Basso, al minuto 93. Poi, il destino beffardo ha voluto che il rigore di Simone, poche settimane fa, contro il Varese, finisse sul palo. E che il portiere, Perucchini, fosse proprio quello che indossava la maglia del Como due anni prima. Adesso questa storia sembra che abbia scritto la parola fine: non dentro di me, però. Dentro di me non finirà mai. Tutti questi sono pezzi della mia vita che mi hanno emozionato profondamente. E in cui, insieme alla mia famiglia, ho messo tutta la mia anima.

Con infinito affetto

Roberto Boscaglia

Forza Trapani!

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