Castellammare: spara al collega dopo un diverbio sul posto di lavoro. Arrestato.

Zummo antonio 05.03.85CASTELLAMMARE DEL GOLFO – Nel tardo pomeriggio di ieri i Carabinieri della Stazione di Castellammare del Golfo diretti dal Maresciallo Luigi Gargaro, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Balata di Baida e dal Nucleo Operativo della Compagnia di Alcamo, tutti sotto il coordinamento del Capitano Savino Capodivento, hanno rintracciato e sottoposto a fermo d’indiziato di delitto con l’accusa di tentato omicidio, lesioni personali gravissime e porto abusivo di arma da fuoco un cittadino castellammarese, Zummo Antonio, classe 1985, celibe, bracciante agricolo.

L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a causa di un diverbio scaturito per futili motivi con un suo collega di lavoro di nazionalità tunisina, ha premeditato la delirante azione di colpire con un fucile il collega.

I due, che lavoravano insieme all’interno di un podere sito in contrada Gagliardetta di Castellammare del Golfo, il giorno prima avevano avuto un diverbio, probabilmente legato alle rimostranze esternate dal tunisino nei confronti del collega per lo scarso impegno e rendimento prestato nell’attività lavorativa. Il datore di lavoro, venuto a conoscenza di tali dichiarazioni, avrebbe preso la decisione di licenziare Zummo.

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, questo sarebbe stato il fattore scatenante della decisione presa dal bracciante di attuare la sua vendetta.

La mattina successiva Zummo si è così recato presso il terreno, luogo di lavoro dell’uomo, e si è appostato in attesa dell’arrivo del collega tunisino, con l’intento di compiere l’agguato. Zummo ha colto di sorpresa l’uomo, raggiungendolo alla testa con un colpo di fucile cal. 12 caricato a pallini. Il malcapitato, miracolosamente sopravvissuto, è tuttavia riuscito, malgrado le laceranti ferite, ad invocare aiuto venendo poi soccorso dal personale del 118 che lo hanno trasportato dapprima presso l’Ospedale di Alcamo e succesivamente trasferito presso l’Ospedale Villa Sofia di Palermo.

La diagnosi ha riscontrato  “multiple lesioni da arma da fuoco al volto con presenza di numerosi pallini metallici in tutta la regione del viso ed almeno due allocati in sede posteriore delle cavità oculari” e, a seguito di un intervento chirurgico, i medici hanno rilasciato la prognosi di 50 giorni e con il rischio di perdere la vista.tentato omicidio

I carabinieri della Compagnia di Alcamo allertati dell’accaduto da parte del Pronto Soccorso presso cui era stato portato il ferito si sono posti immediatamente sulle tracce del sospettato. Fondamentali le prime dichiarazioni apprese in ospedale direttamente dalla vittima, confrontate poi con le dichiarazioni assunte da altre persone presenti nelle vicinanze al momento dell’accaduto e che erano accorse subito dopo per prestare i primi soccorsi al malcapitato. Anche l’acquisizione dei filmati dell’impianto di videosorveglianza di cui era dotata la proprietà sui cui insisteva il terreno e le informazioni assunte dallo stesso proprietario/datore di lavoro sono state fondamentali per l’esatta ricostruzione della vicenda e del movente dello spregiudicato gesto.

Dal quadro indiziario raccolto, emergendo chiaramente la responsabilità di  Zummo, i militari dell’Arma si sono posti alla ricerca dell’uomo che inizialmente ha fatto perdere le proprie tracce, rendendosi irreperibile presso tutti i domicili a lui riconducibili.

I Carabinieri, hanno quindi posizionato un’autovettura civetta sotto l’abitazione dell’uomo e della sua convivente per attendere un suo eventuale rientro.

Tale mossa ha portato ben presto dei risultati poichè lo stesso è stato notato rincasare nel pomeriggio, facendo così scattare il blitz. Nell’abitazione sono stati ritrovati gli indumenti che lo stesso indossava al mattino, posti in lavatrice per eliminare ogni prova.

Inoltre sono stati trovati addosso all’uomo più di mille euro in contati, probabilmente necessaria a Zummo come primo sostento per un eventuale fuga. I militari dell’Arma hanno quindi proceduto al fermo d’indiziato di delitto.

Nelle ore successive gli investigatori hanno proseguito senza sosta le ricerche dell’arma del delitto, compiendo un vero e proprio rastrellamento delle aree rurali limitrofe al luogo del misfatto e, finalmente, questa mattina alle prime luci dell’alba, grazie anche all’ausilio di un’unità del Nucleo Cinofili di Palermo specializzata nella ricerca di armi ed esplosivi, è stato rinvenuto un fucile calibro 12 marca Bernardelli con matricola abrasa in una campagna non molto distante. Oltre all’arma sono state trovate altre 4 cartucce per fucile dello stesso calibro, oltre a 486 ogive per proiettili cal. 9X21, 256 bossoli per proiettili cal. 9×21 e 800 fondelli per innesco da pistola, verosimilmente utilizzati per fabbricare artigianalmente le munizioni.

Il Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Trapani, Dott. Andrea Norzi, condividendo le risultanze investigative, ha disposto la traduzione dell’arrestato presso la Casa Circondariale di Trapani S. Giuliano, formulando la richiesta di convalida del fermo al G.I.P. la cui udienza si celebrerà nei prossimi giorni.