Caso Papania, in commissione bocciata la proposta del relatore

Nino-PapaniaAncora ferma la richiesta di autorizzazione a procedere all’uso di intercettazioni telefoniche per l’ex senatore

Il Pd alza un muro a difesa del suo ex senatore Nino Papania all’interno della giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama.

Come si ricorderà l’originaria proposta approvata e girata per il voto finale all’aula del Senato è stata stoppata dai senatori che hanno rimandato il fascicolo all’esame della Giunta. E stamane l’esito avuto dalla discussione è stata quella che ha visto bocciata la proposta del relatore Bucarella (Movimento 5 Stelle) e quindi, secondo procedura, il relatore dovrà cambiare e la proposta dovrà essere ridiscussa.

Il Tribunale di Palermo che ha chiesto l’uso di intercettazioni telefoniche nell’ambito di una indagine sulla gestione della società Aimeri (raccolta e smaltimento di rifiuti, incaricata nell’ambito territoriale Terra dei Fenici)quindi deve ancora aspettare. Il senatore Bucarella nel suo intervento ha ricordato che “la richiesta di autorizzazione concerne una telefonata in data 13 giugno 2010 e 51 SMS inviati dal 12 ottobre 2010 al 29 dicembre 2010, risultato delle intercettazioni eseguite su un’utenza intestata a Aimeri Ambiente s.r.l. e in uso a Orazio Colimberti”. “La richiesta del pubblico ministero era molto più ampia rispetto a quella che il giudice per le indagini preliminari ha fatto pervenire in Senato – ha sottolineato Bucarella – atteso che è stato operato un vaglio attento e accurato a seguito del quale il GIP ha considerato come casuali esclusivamente le intercettazioni captante anteriormente al 3 gennaio 2011”.

La Giunta, nella seduta del 18 novembre 2014, ha respinto a maggioranza la proposta, formulate in via principale dal relatore, di concedere l’autorizzazione all’utilizzo di tutte le comunicazioni oggetto della richiesta dell’autorità giudiziaria. Tale proposta del relatore si basava sul rilievo che il mutamento di direzione dell’atto di indagine non è nel caso di specie comprovato da alcun elemento sicuro e indubbio.

“Va precisato – ha rimarcato ancora il relatore – che la Giunta, sempre in ossequio ad un approccio rigorosamente garantistico, ha rigettato anche la seconda proposta, formulata dal relatore in via subordinata, di limitare l’autorizzazione, escludendo le sole intercettazioni successive al 13 dicembre 2010, data in cui, come precedentemente evidenziato, la nota dei carabinieri del 10 dicembre 2010 è pervenuta agli uffici del pubblico ministero, come emerge chiaramente dal timbro di avvenuta ricezione apposto sul documento. È stata quindi accolta dalla Giunta la terza proposta, formulata in via ulteriormente subordinata dal relatore, volta a considerare come data di “discrimine” il 28 novembre 2010. Si è considerato infatti che, pur spettando al pubblico ministero la direzione delle indagini preliminari, alla polizia giudiziaria spettano comunque funzioni investigative, ai sensi dell’articolo 55 e seguenti del codice di procedura penale, svolte di propria iniziativa o su delega dell’autorità giudiziaria.

Alla luce di tali circostanze si è quindi considerato configurabile il “fumus mutationis” fin dal giorno della telefonata in questione (ossia il 28 novembre 2010), sia per le “consapevolezze investigative” che la polizia giudiziaria poteva avere a partire da tale data e sia per le possibili interlocuzioni informali della polizia giudiziaria stessa con il pubblico ministero (possibili in astratto anche anteriormente alla formale comunicazione scritta dei carabinieri al pubblico ministero del 10 dicembre 2010, pervenuta il 13 dicembre 2010)”. Fin qui l’intervento di Bucarella. Il dibattito non è stato favorevole alle posizioni del relatore. La senatrice Lo Moro (Pd), Ferrara (Gal) Cucca (Pd) e quest’ultimo in particolare ha rilevato “che fin dai primi di novembre del 2010 l’autorità giudiziaria era a conoscenza della qualifica di parlamentare rivestita dal Papania e conseguentemente l’autorizzazione all’utilizzo va limitata alle sole intercettazioni captate entro e non oltre il 31 ottobre 2010”. Contrari Crimi e Giarrusso (5 Stelle).

A questo punto si è registrata la decisione del senatore Pagliari (Pd) di non partecipare al voto e quando il presidente ha messo ai voti la proposta del relatore Buccarella di concedere l’autorizzazione all’utilizzazione di conversazioni e comunicazioni telefoniche dell’ex senatore Papania per le sole intercettazioni effettuate fino al 28 novembre 2010, rigettando invece la richiesta dell’autorità giudiziaria per le successive comunicazioni, consistenti scambi di messaggi sms, intercettati il 6, 15 e 29 dicembre 2010, ha ottenuto il voto contrario – a maggioranza – della Giunta. A questo punto la Giunta dovrà nominare un nuovo relatore e tutto sembra che si muova in direzione di respingere la richiesta di autorizzazione all’uso delle intercettazioni telefoniche.

Per l’ex senatore Papania pare si stia preparando un prezioso salvagente rispetto all’indagine palermitana che invece va procedendo per gli altri protagonisti a cominciare dall’ex direttore dell’Ato Rifiuti ingegnere Alestra e per i vertici dell’Aimeri.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.