SALVE, SONO IL CREATORE!

blogCari lettori, […]
È mio dovere chiarire, una volta per tutte, chi sono.
Per chi non l’avesse capito, sono il Creatore.
Eppure un’indicazione ve l’avevo già data: il blog!
Quella specie di contenitore piatto che raccoglie le anime perse.
Non è forse un mondo parallelo quello di un blog, dove convivono realtà e finzione?
E chi è in grado di distinguere l’una dall’altra?
Quando la linea tra realtà e illusione non è netta, è meglio diffidare.
Francamente vi dico che non ho nessuna amica, per onestà nemmeno un amico con il quale possa confidarmi.
È così che mi sono inventato tutto. Proprio tutto!

Questo brano è tratto dal contributo che lo straordinario Enzo Di Pasquale scrive nel recente romanzo di sei autori Il libro delle vergini imprudenti. Oggi è facile sentirsi il Creatore, basta un collegamento internet, un profilo facebook e inserire costantemente le nostra faccia felice, sempre in festa, sorridente, insieme ai nostri amici, sempre in festa anche loro. Così, diventa sempre più importante curare anche i minimi dettagli della nostra immagine, comunicando i giusti umori, le frasi giuste, le più brillanti considerazioni, al fine di collezionare il maggior numero di “mi piace” possibile. Invece, in uno studio di psicoterapia, ci si accorge che quelle stesse persone che nel web appaiono brillanti ed interessanti, nella realtà sentono un profondo senso di vuoto, sempre più alimentato dalla cultura del falso e, ancor di più, dalla sempre maggiore possibilità che ciascuno di noi ha di creare un “vero personaggio falso” di sé, tramite solo qualche click. Non pochi sono i racconti di quei giovani, e non solo giovani, che il sabato sera girano con gli amici per pub, bar, locali vari, facendosi “due palle tante” e però è d’uso comune pubblicare le foto di gruppo, in cui si comunica al mondo il massimo divertimento e la massima felicità. Non altrettanto pochi sono quei giovani, e non solo giovani, che la sera, in piazza, si sentono tanto a disagio per la paura di non essere all’altezza, di non essere abbastanza simpatici, abbastanza belli, di non essere abbastanza. Come cura di questo devastante senso d’inadeguatezza, c’è sempre il web, in cui possiamo camuffare facilmente le carte ed inebriarci di quella illusoria sensazione di onnipotenza dove possiamo essere in grado di creare il miglior personaggio di noi stessi che più si confà ai criteri sociali di schiavitù dell’immagine. Se solo provassimo a fermarci rispetto a questa folle logica dell’apparenza! Magari entreremmo in una sana depressione, utile per metterci davanti al vero me stesso e cominciare a chiederci schiettamente: chi sono io? Sono davvero condannato a partecipare a questa ossessiva e pazza recita sociale? Posso tirarmene fuori e cercare, anche con sofferenza, il mio essere autentico, forse all’origine della mia vera felicità? Il mio invito è quello di provare a rendersi meno falsi pubblici e più veri privati, in cui c’è spazio per le relazioni profonde, per le idee, per il pensiero critico, per la creatività.
Soltanto allora potremo cominciare a considerarci il liberatore (e non il creatore onnipotente) di noi stessi.
Fabio Settipani Psicologo – Psicoterapeuta

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