Alla Faccia…!

1 A parte il paradosso antropico per cui l’uomo ha preteso di dare la FACCIA anche al globo terracqueo su cui vive(giustappunto denominando “faccia” della terra la superfice del pianeta), vi è mai capitato di far caso a quante volte siamo portati a citarequesta parte del corpo per condire le nostre elucubrazioni?
E’ una sorta di delirio, unaccanimentoverbale in cui diamo a tutti i costi un volto persino al pericolo o ad una pietanza succulenta. In questo modo si finisce con l’essere faccia a faccia (o vedere in faccia) la morte, piuttosto che conil rischio o una qualsiasi cosa inanimata, temuta.Si esprime questo concetto per sottolineare la distanza ravvicinata con un pericolo grave cui si è corso il rischio di soccombere. Ma anche per ostentare coraggio nell’affrontare un pericolo.

Ciò che più intriga è il significato che si fa assumere alla vera faccia (quella umana).

2Poniamo ad esempio una faccia:
Se ci metto la faccia non intenderò certo POGGIARLA materialmente su qualcosa…sebbenecitare la faccia diversifica, rispetto al significato di “metterci” qualcos’altro (come ad esempio il LATO B) !
Questa dicotomia è curiosamente riscontrabile anche nel caso in cui bisogna mettere in salvo una parte anatomica:
=> Salvare la faccia (la propria reputazione, evitando una figuraccia) e dall’altra parte..
=> salvare il …. (LATO B) evitando un “danno”

Se butto in faccia a qualcuno intendo rinfacciargli qualcosa o anche accusarlo di una colpa, o sbugiardarlo
Però…non avere la faccia di (qualcosa) dalle nostre parti indica mancanza di coraggio. Averla persa (alias perdere la faccia) non è indice di essersene DISFATTI (avendola buttata, come in precedenza citato). In quel caso intenderemmo significare discredito squalificazione, l’aver perso la reputazione, con la conseguenza di non avere più il coraggio di guardare nessuno a viso aperto.

Pur tuttavia Non guardare in faccia nessuno ha tutt’altro significato che il disinteresse. Sembrerebbe irrazionale ma ha un significato addirittura opposto. Sta a significare il non fare parzialità o favoritismi; dire quello che si pensa o agire come si ritiene giusto, senza riguardi e senza farsi intimorire; non badare ai mezzi che s’impiegano per ottenere il proprio scopo.

Se invece la cosa è indirizzata ad una sola persona (ad esempio non guardare in faccia qualcuno) intendo interrompere i rapporti, serbare rancore solo a quella persona che non voglio più vedere o incontrare.
C’è da chiedersi se la faccia basti, però. Se non vorrò più avere niente a che fare con qualcuno, è chiaro che eviterò persino di averlo anche come INTERLOCUTORE TELEFONICO (pur non vedendone il volto)!.
3La comunicazione è importante per la faccia. Nella faccia ci sono figure scrittura:

Se voglio solo le figure posso guardare in faccia qualcuno.
Indica un confronto diretto di due persone capire o spiegare intenzioni, ottenere sincerità, profferire minacce e simili. Anche affrontare qualcuno senza timore.
Volendo darsi alla lettura:
Leggere in faccia è cosa di cui erano capaci anche i nostri antenati, ancorché analfabeti.
Leggere nella mente, nel pensiero; capire pensieri ed emozioni di qualcuno dalle espressioni del suo volto.

In genere, se parlo con qualcuno lo guardo (non foss’altro per sincerarmi che egli mi stia ascoltando). Perché mai allora si sente il bisogno di pronunciare frasi del tipo «.. io, ciò che ho da dire, lo dico in FACCIA!»?
La precisazione che tende ad indicare capacità di esprimere ciò che si pensa di una persona, senza riguardi, timidezza o timore,si oppone al “parlare alle spalle”, per quanto l’unico organo che intercetta i suoni sta BEN AL DI SOPRA DELLA CLAVICOLA.

Tuttavia il FARE le cose in faccia (alla faccia di qualcuno) può esprimere dispetto, rabbia, stizza,

Che la cosa non venga confusa con “fare una faccia”, sinonimo di manifestare grande disgusto.

Per dispetto si può fare anche di più, ad esempio ridere in faccia (intendendo con ciò schernire, mortificare qualcuno)

4Voltare la faccia invece (attirandosi le ire di un’eventuale interlocutore –replicante- che avanza la pretesa di poter dire, ridere, farele cose in faccia) ammette un non voler nemmeno guardare una persona e pertanto girare volutamente il viso quando la si incontra. In senso lato, cambiare opinione, partito, alleanza e così via. Anche rimangiarsi una promessa o simili.

Anche classificare “le facce” non è cosa semplice e deduttiva (come pretese infruttuosamente di dimostrare un tale Marco Ezechia Lombroso nell’800).
Giudicate voi:
=> brutta faccia non è un modo per esprimere l’estetica di un viso, ma l’apparire in cattiva salute o di cattivo umore
=> faccia d’angelo non è la persona che ricorda i serafici putti dei dipinti religiosi, ma l’espressione (del volto) falsamente innocente, riferita a chi si finge estraneo a un’azione riprovevole che in realtà ha commesso

Una serie di fattori esterni influenzano poi (in negativo) la faccia:
=> Faccia da boia chi ha un volto truce, cattivo, ben oltre il mestiere
=> Faccia da luna piena, non chi ha la parvenza di un licantropo, ma chi ha un volto rotondo e paffuto, in genere dall’espressione cordiale e sorridente
=> La faccia scura non una persona di colore o con carnagione olivastra, ma chi assume un’espressione adombrata o preoccupata (fosse pure un vichingo)

Qualora se ne specifichi composizione strutturale diversa da quella meramente nota come “carne ed ossa” si hanno::
=> faccia di bronzo, o beffarda, canzonatoria, falsamente innocente. Questo visoesprimeràardire, impertinenza, sfacciataggine, sfrontatezza, fino a stuzzicare persino di ricorrere all’atavica pratica delle percosse (gli schiaffi, nell’accezione specifica).
=> faccia di tolla, di persona asociale, alienata, senza coscienza, insipida ed egoista petulante, sfrontata, spudorata, svergognata

Ove se ne indichi solo la consistenza coriacea (ben oltre la specifica del materiale) si ha la
=> facciatosta, indelicato, insolente, irriverente, spudorato.
Se viene specificata la reazione

Insomma, spesso la faccia è fatta bersaglio di intenzioni in negativo. Ne è un esempio lampante e non unico la manifestazione del massimo disprezzo che si esprime con lo “sputare in faccia” (celebre quello dell’indimenticabile Totò in cui affermava “ognuno si difende come può”).
5bisUn erudito d’autore comeOscar Wilde ebbe a dire (in “De profundis”):
“Una faccia di bronzo è una gran cosa da mostrare al mondo, ma di tanto in tanto, quando sei solo e non hai pubblico intorno, devi, penso, toglierti la maschera, nient’altro che per respirare. Altrimenti, credo proprio che soffocheresti.”
Se lo dice lui….”VIVA LA FACCIA“!!

 

Diego Motisi

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