Love medicine: tra speranza e provocazione

Di Milena Vesco

10641197_10204902494706556_8730841008916604443_n[1]Noa, grande successo ieri sera a Castellammare nell’ottava tappa del suo tour Love Medicine, con una band composta da Gil Dor, direttore musicale, alla chitarra, Adam Ben Ezra al contrabbasso e Gadi Seri alla batteria. Il concerto si è rivelato ricco di sorprese: un brano prestato per presentare da solista il talentuoso Adam Ben Ezra, new entry nella band di Noa; una canzone la cui strumentazione consisteva esclusivamente in due scatole di latta; numerosi duetti con l’amica Mira Awad che ha anche aperto il concerto; un repertorio vario sia ritmicamente che linguisticamente (l’artista israeliana ha cantato anche classici della musica melodica napoletana). In questa atmosfera non è mancato un pensiero per la questione mediorientale: all’entrata dell’Arena delle rose, dove si è tenuto il concerto, un gruppo di attivisti No Muos si è adoperato per diffondere volantini “Boicotta Israele” che riportavano questo messaggio: “Israele ha finora ignorato tutte le risoluzioni ONU che imponevano il ritiro dai territori occupati. […] L’unico modo per manifestare solidarietà con il popolo palestinese è colpire Israele direttamente nei suoi interessi economici. […] Boicottare è semplice, basta acquistare prodotti di marche differenti da quelle elencate sotto”. Noa ha pensato bene di aprire il concerto ribadendo ferma la sua posizione di pacifista: “Io credo che il nostro intero globo sia ora minacciato da un grave estremismo che sta alzando la sua testa spaventosa in ogni luogo. È nostro dovere, moderati di tutto il mondo, levare la nostra voce contro quest’onda pericolosa. Noi, tutti noi, dobbiamo smettere di puntare il dito, piuttosto dobbiamo unire le nostre mani creando un forte e potente cerchio della vita. Noi, ognuno con coraggio, dobbiamo affrontare il fuoco con il nostro cucchiaino d’acqua, perché soltanto insieme possiamo spegnere le fiamme evitando che annientino tutti noi. Miei amati amici italiani, siciliani, per me è molto importante che voi sappiate che in Israele ci sono molte e molte voci che anche in tempo di guerra parlano la lingua della pace, come Amos Oz, David Grossman, me stessa e la mia grande amica Mira Awad. Io credo nella pace, io credo in due stati, Israele e Palestina, che vivono fianco a fianco e si supportano l’un l’altro, io credo nel dialogo, è l’unica strada, l’ho scritto molte volte. Noi, israeliani e palestinesi, allo stesso modo dobbiamo riconoscerci, scusarci gli uni con gli altri e condividere il poco che abbiamo, per il momento possiamo condividere almeno la musica.” E pensare che il suo modo diretto di parlare è costato caro alla cantante: la tappa a Milano, prevista il 27 Ottobre è stata cancellata perché le sue frasi pro Palestina e pro Pace danno fastidio. A denunciare il presunto boicottaggio è stato il manager Pompeo Benincasa: “La cancellazione del concerto rappresenta l’inizio di un ostracismo in Italia che segue quello che Noa subisce da diversi anni in Israele.” L’associazione no-profit che organizzava il concerto a Milano ha contraddetto Benincasa sostenendo che la causa della cancellazione è esclusivamente di tipo economico, in quanto diversi sponsor hanno ritirato la loro disponibilità all’ultimo momento, non si è certi se alcuni di loro si siano effettivamente spaventati per il rumore delle dichiarazioni di Noa su Israele, quel che è certo è che questa vicenda non ha fermato la lotta per la pace di una donna forte come Noa.

Di seguito Noa e i diversi cartelli pacifisti contro il conflitto israelo-palestinese:

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