Commissione Industria a Trapani. “Un ruolo alle Camere di Commercio”, ma il presidente Pace non c’era

giuseppe paceUna ipotesi di rilancio del territorio? Il presidente della commissione Industria del Senato ha fagtto più che un cenno, e non tanto per dire, all’intervento di grandi colossi privati nella gestione del territorio. Lui ha parlato per esempi, ma vedendo come vanno le cose forse non erano esempi quelli da lui pronunciati. Ha fatto riferimento ai grandi bacini culturali e archeologici della provincia, Segesta e Selinunte e in riferimento a quest’ultimo l’ha buttata giù così: “Come vi comporterete se per esempio un imprenditore tedesco venisse a dire di essere pronto a spendere soldi per valorizzare Selinunte? Magari poi cominciate ad alzare le mani e protestare? Cosa faranno le soprintendenze?”. Sappiamo bene che una idea del Governo Renzi è quella di mettere a disposizione dei privati, imprenditori veri e non finti, magari stranieri, la gestione dei beni culturali che se non sono stati vere risorse per lo Stato pare che lo possano diventare se finissero nelle mani di grosse holding, e dalla Germania c’è chi si muove in questo senso. E Mucchetti ha aggiunto: “I tempi delle idee non sono interminabili quindi se qualcuno venisse e vuol investire risorse non può poi sottostare a fasi di stallo”. Mucchetti ha bocciato gli amministratori locali, circa la pochezza delle proposte, e le sue parole di critica sono state accolte dalla maggiorparte degli amministratori con l’andare via mentre ancora Mucchetti stava parlando. Tra i primi a lasciare il palazzo il sindaco di alcamo Bonventre con il suo seguito. Mucchetti comunque è andato avanti.

A Mucchetti non sono nemmeno piaciute le esasperate critiche fatte alla Regione. E rispetto poi a chi aveva evidenziato come le nostre produzioni locali soggette a paletti imposte dall’Ue, imbattibili per qualità, di fatto subiscono concorrenze internazionali sleali, non ultima quella dei taroccamenti, senza alcuna tutela da parte del Governo, Mucchetti ha chiosato: “Volete che andiamo a fare la guerra all’Argentina perché commercia un parmigiano che non è parmigiano? Noi come commissione vogliamo introdurre il marchio Quality Italy, ma non tutte le aziende lo vogliono perché sono quelle che viaggiano bene anche senza questo marchio. E poi penso che se un prodotto è davvero buono difficilmente può avere concorrenti”. A sollevare il problema era stato l’avv. Diego Maggio innamorato pazzo del mondo della nostra viticoltura ma non solo. Ha parlato anche di altre produzioni. Ha parlato anche di patrimoni dell’Unesco, anche questo argomento che spesso lo ha visto gasato, ieri per Mothia, oggi per la vite ad alberello di Pantelleria…ha chiesto un impegno a sostenere questa candidatura presso l’Unesco ma anche Diego Maggio non è rimasto ad ascoltare la risposta del senatore Mucchetti, se fosse rimasto comunque avrebbe preso atto dell’assenza di risposte. Però diciamolo chiaramente. Non ha avuto tanto torto il presidente della commissione Industria per l’assenza di proposte e progetti concreti. Ecco a parte le zone franche e i distretti produttivi messi in campo da Tranchida, per il resto è stato un elencare di dolori. Veri, concreti, ma che sono dipesi anche da padrini politici rispetto ai quali molti degli attuali amministratori debbono la loro esistenza.

E non a caso finita l’audizione uno dei primi ad andare via è stato il senatore Cinque Stelle Santangelo. Deluso dalle parole del suo collega e dalle parole degli invitati. Ha trovato in tutte quelle ore impegnate ad ascoltare ulteriori ragioni a sostenere la rottamazione “grillina”. Bisogna comunque dare atto delle dichiarazioni ufficiali: “L’incontro – ha dichiarato la parlamentare trapanese Pamela Orrù – è servito a raccogliere le istanze del territorio. Dai vari interventi è emersa la situazione di difficoltà delle imprese. Per non parlare dei tanti fronti dell’emergenza lavoro, con la disoccupazione che purtroppo continua a crescere. Difficoltà di cui si sono fatti portavoce i sindacati, ma anche gli stessi amministratori locali che hanno lamentato, tra le altre cose, l’assenza della Regione davanti ai tanti problemi che attanagliano le rispettive comunità. E spiace registrare la mancata partecipazione del governo regionale all’iniziativa, sicuramente un’importante momento di confronto tra le istituzioni ed il territorio. Con questa visita la Commissione ha potuto fotografare la situazione economica della provincia di Trapani. E questo è un dato importante, anche nell’ottica dell’attenzione che potrà essere data in futuro al nostro territorio. Gli imprenditori – ha concluso la senatrice Orrù – non possono essere lasciati soli, ma vanno accompagnati e sostenuti, intervenendo in tutte quelle criticità che ogni giorno mettono a dura prova la voglia e la capacità di fare impresa, ad iniziare dalla eccessiva pressione fiscale e dalla troppa burocrazia, che nonostante i provvedimenti adottati, continua a fare da zavorra allo sviluppo del nostro paese”. Ultima cosa da raccontarvi è quella di una clamorosa assenza. Quella del presidente della Camera di Commercio Pino Pace. Mucchetti nella sua conclusione ha fatto riferimento ad un ruolo che nell’attribuzione del marchio di qualità italiano potrebbero avere le Camere di Commercio. Peccato che ad ascoltarlo non c’era il presidente della nostra Camera di Commercio Pino Pace che pare in queste settimane abbia disseminato la Camera di voci circa un imminente scioglimento, con sciagurate prospettive per dipendenti e pensionati, voluto dal presidente Renzi (Pace ha dichiarato “guerra” a Renzi e forse per questo ha deciso di non svendere il fornito parco macchine con tanto di Discovery). Le parole di Mucchetti smentirebbero Pace. Le Camere di commercio continueranno ad esistere e si spera per recuperare gli spazi ceduti ad altri (come le certificazioni sui vigenti) e non solo per fare i soliti costosi viaggi all’estero o la rassegna Siciliamo che costa tanto ma che somiglia ad una grande fiera di ferragosto. A proposito la rassegna è prossima all’inizio… confidiamo in qualcosa di nuovo.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.