36 anni dalla morte di Peppino Impastato. Il ricordo di oggi come simbolo di un cambiamento possibile

peppino impastatoSono passati 36 lunghi anni da quando Peppino ha lasciato questa terra ed è diventato uno dei simboli più forti di legalità e dell’antimafia. Il 9 maggio del 1978 Peppino Impastato veniva ucciso dalla Mafia di Cinisi per essere stato coraggioso e aver rotto il muro di omertà che imponeva un silenzio reverenziale nei confronti di Tano Badalamenti. Quel ragazzo decise,  insieme ai suoi amici, di non piegarsi all’omertà, piuttosto volle gridare a tutti che “la mafia è una montagna di merda”. Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino, è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato e fu vittima di un attentato il 9 maggio 1978.

Una figura che continua a emozionare e che è diventata uno dei simboli siciliani di una lotta che prende le sue mosse dallo scardinamento di concetti culturali che hanno avvitato la Sicilia sul piedistallo del “non vedo, non sento, non parlo” che favorisce il proliferarsi di un’opprimente condizione in cui la Mafia è l’unico soggetto libero di muoversi. Importante esempio anche e soprattutto per i giovani che hanno guardato al suo sacrificio come punto di partenza per un vero cambiamento culturale. Sono tante le manifestazioni che si stanno svolgendo in queste ore in sua memoria. Cinisi diventa ogni anno lo sfondo della memoria ed è proprio lì che migliaia di persone, di tutte le età, si riuniscono nel nome di Peppino. Gaetano Porcasi, noto pittore partinicese ne ha rappresentato l’immagine in una delle sue più importanti opere. Un ricordo di un uomo che era uguale a tutti noi, ma che ha avuto la forza di ribellarsi e di sognare un futuro migliore per il suo paese e per la sua Sicilia. E allora continuiamo a perpetuare la memoria e a gridare che “Peppino è vivo e lotta insieme a noi”.

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