CIE di Trapani: chiudere un lager

TRAPANI. Chiude il centro di identificazione ed espulsione di Trapani, ma solo per lavori dovuti alle distruzioni causate dagli immigrati ospitati nella struttura in condizioni simili a quelle di un lager. I lavori prevedono l’innalzamento dei muri di cinta e blindare ancor di più la struttura facendola somigliare appunto ad un lager più che ad un centro di prima accoglienza.

In questi anni i governi hanno cambiato opinioni e leggi più volte, ma il vero risultato è stato quello di trasformare delle strutture che originariamente dovevano avere fini positivi ed umanitari, in luoghi di segregazione che hanno scatenato, nella migliore delle ipotesi, indignazione e ribellioni condivisibili in molti casi. Non certo condivisibili le devastazioni, ma la ricerca della libertà non può e non deve trasformarsi in vera detenzione per alcuno. Tante le contraddizioni delle leggi sugli immigrati, tolto il reato di clandestinità solo per chi entra la prima volta sul nostro territorio, ma restano in piedi tutti i reati connessi, senza poi parlare del fatto che si parla sempre di umanizzazione, di tempi brevi, ma poi la permanenza nelle strutture di prima accoglienza non finisce mai, quasi come se ci si dimenticasse della presenza di questi esseri umani. Intanto la notizia della chiusura del CIE di Trapani è positiva, anche se a tempo determinato.

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