I lavoratori dell’IPAB rischiano di essere mandati a casa…

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. A seguito della triste vicenda che ha colpito gli operatori dell’Ipab “Opera Pia Istituto Regina Elena e Vittorio Emanuele II”, privati del loro stipendio da oltre cinquanta mesi, la Regione, che non ha mai regolarizzato la posizione dell’istituto pubblico di assistenza e beneficenza, avrebbe preso la decisione di sopprimerle. E’ ovvio che una decisione simile porterebbe a casa tutti quegli operatori che con tanta pazienza hanno continuato, nel corso di questi ultimi quattro anni, il proprio lavoro senza avere in cambio alcuna retribuzione.
A seguito di ciò, il consiglio comunale e l’amministrazione guidata dal Sindaco Nicolò Coppola, ha espresso la propria solidarietà nei confronti degli operatori, approvando all’unanimità un ordine del giorno presentato dai consiglieri d’opposizione Angelo Palmeri e Giuseppe Fausto (di Forza Italia), che impegnerebbe l’amministrazione  a chiudere accordi per la ricollocazione del personale e garantire dei livelli occupazionali attualmente esistenti. La proposta, dunque, prevede la mobilità del personale, accompagnata, al contempo, dalla vendita dei beni dell’Ipab, che pare abbiano un valore decisamente più elevato all’entità del credito vantato dall’Inps. Da questa vendita, infatti, si potrebbe conseguire il risanamento delle condizioni economiche dell’istituto, consentendo, di conseguenza, i dovuti pagamenti ai dipendenti. Solo  dopo, in base all’ordine del giorno dell’opposizione ed approvato dalla maggioranza, sarà possibile seguire il passo successivo: l’estinzione dell’Ipab.
A questa decisione non ci sta il consigliere dell’opposizione Giacomo Asaro (di CastellammaresiSi), il quale ha proposto un altro emendamento dove si esprime apertamente parere sfavorevole all’estinzione dell’ente. “Con questa delibera così modificata si fa presente alla Regione che il problema non si risolve con una semplice estinzione dell’ente” avrebbero sostenuto gli esponenti dell’opposizione, dichiarando, inoltre, che la stessa Regione con i propri poteri ha il diritto/dovere di legiferare per il riordino delle Ipab, permettendo ai comuni di salvaguardare gli operatori.

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