Sequestrati beni per un valore di 50 milioni di euro ad un alcamese


ALCAMO. Nell’ambito delle attività istituzionali tese all’aggressione dei capitali illecitamente accumulati dalle associazione criminali, la Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha tratto in sequestro beni per un valore di ben 50 milioni di euro. Questa volta ad avere a che fare con il tribunale di Trapani è il cinquantottenne alcamese Amodeo Giuseppe, noto imprenditore del settore edile e turistico alberghiero che rientra nel novero dei soggetti indiziati di “appartenenza” ad un’associazione a delinquere di stampo mafioso.

Il provvedimento ablativo è stato emesso su proposta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Direttore della D.I.A., Arturo De Felice.

Le risultanze giudiziarie che hanno consentito di muovere le accuse all’imprenditore Amodeo, pare siano incontrovertibili. L’uomo, infatti, è stato indiziato di appartenenza all’associazione mafiosa Cosa nostra, operante nella provincia di Trapani , e di essere titolare di beni il cui valore supera nettamente il reddito da lui stesso dichiarato ai fini delle imposte sul reddito.

L’imprenditore aveva già avuto a che fare con la giustizia nel 1998, quando era stato tratto in arresto su ordinanza del GIP del Tribunale di Palermo per concorso nel reato di associazione mafiosa, in quanto ritenuto imprenditore a disposizione dei più autorevoli esponenti mafiosi dei pericolosi mandamenti di Trapani ed Alcamo, quali Verga Vincenzo e Melodia Antonino. Il Procedimento Penale si era concluso con una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione.

Per quanto la figura di Amodeo non risulti essere quella di un “affilato” all’associazione mafiosa Cosa nostra, emerge pur sempre il fatto che l’imprenditore non si è fatto scrupoli ad entrare in rapporti di affari con le imprese mafiose, al fine di assicurarsi ingenti guadagni che hanno gettato le basi per il raggiungimento del successo economico-impreditoriale, garantendo, al contempo, le finalità lucrative dell’associazione mafiosa.

Fra i beni sequestrati figurano: 7 compendi aziendali con relativo capitale sociale ( fra i quali sono compresi un’importante struttura ricettiva – alberghiera); quote sociali (tra le quali quelle riconducibili ad un villaggio turistico); appezzamenti di terreno; 59 fabbricati; 12 autoveicoli/ autocarri/ motocicli; 13 conti corrente/ depositi bancari.

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