Inaugurata la mostra “Rosa fresca aulentissima”, presente anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi

ALCAMO. Sabato scorso il Collegio dei Gesuiti ha ospitato l’inaugurazione della mostra scultorea dell’artista alcamese Giacinto Bosco, intitolata “Rosa fresca aulentissima”.
L’incontro si è aperto con la presentazione dello scultore da parte dell’editore Ernesto Di Lorenzo, il quale ha ricordato come l’artista si innesti in una tradizione di artisti alcamesi che hanno fatto percorsi artistici fuori dalla Sicilia restando pur sempre legati alla loro terra.
La mostra, secondo quanto dichiarato dal Sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre, nasce da una vera e propria corrispondenza epistolare con l’artista, che ha senz’altro una storia importante nell’ambito dell’arte contemporanea.
Presenti all’inaugurazione, anche i familiari dello scultore fra cui la fotografa Francesca Bosco, che ha preso la parola dicendosi fiera del talento del fratello nonché grata per la partecipazione del numeroso pubblico alcamese che ha voluto condividere questo momento importante con un concittadino dalla straordinaria valenza artistica.
Particolare, inoltre, la rilettura del canto Rosa fresca aulentissima offerta dall’attore alcamese Antonio Pandolfo, il quale ha saputo intrecciare alla storia e alla poesia il suo tipico tocco di comicità, allietando il pubblico presente.
A seguito di tali interventi, la parola è passata al noto critico d’arte Vittorio Sgarbi che, dopo essersi complimentato con la cittadina alcamese per lo stato di pulizia e di ordine in cui ha trovato strade e chiese, ha elogiato la figura dell’artista Bosco di cui ha firmato il testo introduttivo della mostra, mettendo in luce alcune caratteristiche fondamentali della sua scultura e in particolar modo l’essenzialità.
Ma ciò che più colpisce delle opere dell’artista, come sottolineato da Sgarbi, è il legame profondo con la terra di origine, la Sicilia. Le opere di Bosco, infatti, evocano l’isola non soltanto da un punto di vista spirituale dove la luna sta al centro di ogni composizione come sinonimo d’amore perseguito costantemente da due amanti che cercano di acchiapparla in ogni modo, ma anche da un punto di vista materiale: “Bosco ha un tocco leggero, con una superficie scabra, come quella di una lucertola tratta dall’interno delle piante essiccate del fico d’india, ubertoso ad Alcamo”, scrive il critico nella parte introduttiva alla mostra.
Effettivamente le opere lasciano respirare questo legame con la terra siciliana e in particolar modo con la luna siciliana, che nella scultura di Bosco si fa inevitabilmente protagonista di un racconto romantico che come dice Paolo Levi, sempre all’interno del volume che presenta la mostra scultorea, è costruito da un maestro di fiabe e creatore di momenti di dolcezza.
Insomma, citando nuovamente Sgarbi:“per l’artista la scultura è una dichiarazione d’amore, un’espressione di gentilezza d’animo, un piccolo idillio amoroso dove due amanti si cercano, si tengono per mano, si abbracciano, si carezzano, si aiutano a prendere la luna, si baciano”.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 7 gennaio 2014.

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