L’ultimo saluto a “Licchia”

PALERMO – Ieri amici e conoscenti provenienti da tutta la provincia di Trapani e Palermo hanno salutato per l’ultima volta Salvatore Coppola nella chiesa dell’ospedale Villa Sofia di Palermo dove era ricoverato dal 18 ottobre. Coppola non è solo il suo cognome, ma anche un simbolo che lo contraddistingue. Tanta commozione nella chiesetta dell’ospedale dove il prete amico di Salvatore l’ha descritto come un uomo libero e indipendente. Un uomo che nonostante i periodi bui della sua vita, ha saputo rialzarsi sempre con coraggio e forza. Tante associazioni presenti, tanti amici di battaglie e conoscenti tutti per dare l’ultimo saluto a “licchia” l’uomo con la coppola.
L’ho conosciuto per la prima volta a Partinico alla manifestazione di solidarietà nei confronti di Pino Maniaci e Telejato. Da quella volta l’ho sempre incontrato alle manifestazioni antimafia. L’ultima volta, l’estate scorsa, ci siamo “scontrati” alla Feltrinelli di Palermo. Anche quella volta con la coppola nonostante il caldo. Come sempre mi ha riconosciuto, salutandomi con affetto. Era un uomo determinato, che ricordava tutto e tutti, soprattutto chi come lui condivideva gli stessi ideali. Anche se i nostri incontri erano molto distanti l’uno dall’altro, ogni volta era un piacere reciproco.  Salvatore ha dedicato la su vita a diffondere oltre i confini della Sicilia la cultura, la libertà e la legalità non solo con i “Pizzini della legalità” ma anche con la sua presenza costante. Da Trapani a Palermo è riuscito a coinvolgere molti amici, giornalisti e “addetti ai lavori” dell’antimafia nel suo progetto di legalità con la sua casa editrice. La Coppola editore oggi è considerata una delle più prestigiose case editrici indipendenti sul territorio siciliano e non solo.
Oggi i trapanesi chiedono che gli venga intitolata una strada nella sua Trapani. Una Trapani che Salvatore conosceva bene e che lascia migliore di quella conosciuta quarant’anni fa;  questo anche grazie a lui. Ciao Salvatore.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.