Il “no” del prefetto Sodano alla cittadinanza onoraria di Trapani

E’ proprio vero. In Italia le cose vanno al contrario di come dovrebbero andare. E Gommopoli ne è la Capitale. Così da qualche tempo mi piace chiamare Trapani, con una similitudine perfetta identica a quella del “Muro di Gomma” di Risi, una cortina che assorbe tutto quello che c’è da nascondere e da celare, come fu per il disastro dell’Ita via di Ustica. A Roma, un condannato, un maxi evasore, che a tavolino definì la sua discesa in campo, in politica, oggi invece di abbassare le armi e lasciare il Parlamento mette sotto scacco l’intera Democrazia. E tantissima gente, dentro e fuori dal Transatlantico, pensa che sia giusto che questo pregiudicato debba restare Senatore della Repubblica. A Gommopoli un uomo che ha combattuto la mafia si trova messo in discussione, le sue azioni mascariate, offeso e vilipeso.

Lui che subì la sfida degli imprenditori mafiosi fin dentro al suo ufficio, che si sentì dire di essere un “favoreggiatore”, termine che configura un reato perché applicato a coloro i quali si rendono complici di criminali di qualsiasi stampo, e che nel suo caso la cosa fu detta, da un sottosegretario all’Interno, da un uomo delle Istituzioni quindi, perché difendeva un bene confiscato dall’assalto di Cosa nostra. Berlusconi spadroneggia a Roma da pregiudicato che veste gli abiti del leader politico, uno statista che avrebbe trascorso il tempo, facendo il presidente del Consiglio, tra festini e bunga bunga, Fulvio Sodano (foto), prefetto della Repubblica, a Trapani dapprima fu affrontato dal sottosegretario D’Alì con quell’accusa di “favoreggiamento”, poi nel giro di 24 ore, era il 2003, fu trasferito da Trapani ad Agrigento. L’ultima sua sede. Un male che già lo aveva aggredito a Trapani anche a causa di quel trasferimento si aggravò, oggi Sodano vive da anni inchiodato su di una sedia, ha perduto la parola ed i movimenti, viene nutrito con il “cibo” che gli arriva con dei tubi, respira solo con l’aiuto di una sorta di polmone meccanico. Ma non ha perduto lucidità, coscienza, ricorda, ricorda tutto molto bene. Otto anni addietro quando una operazione della Squadra Mobile fece scoprire l’esistenza di una “cupola” mafiosa agguerrita, che acchiappava tutto, appalti e aziende, che viveva tranquillamente in mezzo alla gente ed i suoi componenti frequentavano salotti e segreterie politiche, vennero fuori le intercettazioni: i mafiosi odiavano quel prefetto, ne parlavano anche con pesanti parole offensive, dicevano che da Trapani “si nnavia a ghiri” – se ne doveva andare – e assieme a lui doveva andare via anche il capo della Mobile Linares, tutti e due erano “cose tinte” perché avevano snidato la mafia in città. Quando scattò l’operazione era il novembre 2005, Sodano era già ad Agrigento, a voler pensare male anche il trasferimento di Linares si è frattanto compiuto, da settembre scorso è a Napoli che si occupa di camorra, nonostante blitz, arresti, confische e “condanne definitive” – primo fra tutti il capo mafia don Ciccio Pace -, nonostante la collaborazione di uno degli imprenditori della “cupola”, Nino Birrittella, che è andato pure a chiedere scusa al prefetto Sodano, nonostante tutto questo il prefetto Sodano ha subito l’ignominia di un sindaco, quello di Trapani, l’avv. Girolamo Fazio, oggi deputato regionale e (sic!) componente della commissione antimafia regionale (con tanto di sentenze di condanna definitiva per tentata lesione privata e abuso), che dinanzi alla proposta di un gruppo di consiglieri comunali che volevano conferire a Sodano, alla luce dei risultati della retata antimafia, la cittadinanza onoraria. Fazio si oppose e lo fece in modo pesante, riservando a Sodano ingenerose parole. Nessun apprezzamento. Fazio all’epoca era il braccio destro del senatore D’Alì. Sodano nell’ottobre 2005 aveva reso una intervista a Stefano Maria Bianchi della truppa di Michele Santoro, e riuscì a dire che il senatore D’Alì era stato l’artefice del suo trasferimento da Trapani. Il no di Fazio è bello e spiegato. Scenario che si completa con un’altra affermazione da parte dello stesso sindaco Fazio e cioè che la mafia esiste perché c’è l’antimafia (e un altro sindaco, Vittorio sgarbi, in diversa occasione completò il pensiero sostenendo che l’antimafia è peggio della mafia). Fazio preferì fare diventare cittadini onorari di Trapani due giornalisti che durante le gare di Coppa America, svoltesi nel 2005 a Trapani, nelle loro telecronache parlarono bene delle buone arancine che si possono gustare a Trapani. Chi parla e combatte la mafia non è da premiare. E la situazione oggi non si ribalta nonostante l’esito della seduta odierna del Consiglio comunale. Otto anni dopo, giusto oggi, il Consiglio comunale, 21 consiglieri su 30, 4 astenuti, 5 assenti, ha conferito la cittadinanza onoraria al prefetto Fulvio Sodano. Ma il prefetto ha scritto in tempo reale rifiutando l’onorificenza, “sono già cittadino onorario grazie ai trapanesi, un comitato si è occupato della raccolta di firme, e ne sono state raccolte tante, e Sodano ha aggiunto cittadino onorario di Trapani lo sono già e non grazie alle istituzioni. La sceneggiata è stata subito scoperta. L’ha scoperta Sodano da Palermo immobile su una sedia che è la sua compagna da anni, l’abbiamo scoperta noi stando in città. Se ci fossero stati consiglieri davvero attenti e coscienziosi, consapevoli come Trapani è davvero Gommopoli e nega l’esistenza della mafia per pura convenienza e anche per via di eccellenti complicità, potevano fare interventi pieni di contenuto, forse da convincere diversamente Sodano. E invece ci sono state solo passerelle. Oggi era una giornata particolare sotto due punti di vista: l’11 settembre del 1982 il Senato in via definitiva approvò la legge Rognoni La Torre che introdusse il reato dell’associazione mafiosa, il 416 bis, oggi è il compleanno di un capo mafia assassino, il boss trapanese Vincenzo Virga, chissà bastava ricordare queste due cose per spiegare il perché oggi Sodano diventava cittadino onorario, per celebrare i morti ed i vivi che hanno combattuto difendendo quella legge e per mandare un regalo a Virga che prima di essere arrestato andava a braccetto con i politici, alcuni di questi ancora oggi governano la città. Non c’era l’ex sindaco Fazio, intanto eletto consigliere comunale alle ultime elezioni al termine del decennale mandato di sindaco, c’erano i suoi consiglieri venuti a dire di essere d’accordo alla cittadinanza e che a suo tempo anche Fazio da sindaco era d’accordo. Bugie. Oggi questo voto favorevole viene da pensare che sia stato espresso perché Fazio e D’Alì oggi non sono più alleati. Il senatore D’Alì ha trovato un nuovo alleato nel sindaco eletto l’anno scorso l’ex generale dei carabinieri Vito Damiano, che al suo esordio disse che non bisognava portare a scuola spettacoli sulla mafia per non impressionare i giovani. Quando gli fu chiesto di concedere lui la cittadinanza onoraria a Sodano, rispose che senza specifico regolamento non poteva far nulla. Senza regolamento Fulvio Sodano è diventato cittadino onorario di Erice, Marsala, Favignana, Paceco. La scorsa estate alla promozione in serie B della squadra di calcio cittadina, Damiano non pensò certo all’assenza di un regolamento e in piazza annunciò la cittadinanza onoraria per il presidente della società, l’armatore Vittorio Morace. Oggi in Consiglio comunale anche Morace è diventato cittadino onorario, quasi fosse un “pari e patta”. Gommopoli pensa di chiudere così la vicenda. I trapanesi abituati come sono a non indignarsi vedremo se continueranno a restare immobili. Disattenti. La storia di Fulvio Sodano però non è finita nelle aule giudiziarie. Il prefetto ha vinto a Roma, assistito dall’avvocato Giuseppe Gandolfo, ex coordinatore provinciale di Libera, la causa civile intentata dal senatore D’Alì per quella intervista a Stefano Maria Bianchi. Il fatto dal punto di vista penale è inserito nei faldoni del processo contro l’ex sottosegretario all’Interno che si sta svolgendo a Palermo. Il procedimento, col rito abbreviato, riprenderà il 19 settembre, si va verso la sentenza, i pm Tarondo e Guido, hanno chiesto per D’Alì una condanna a 7 anni e 4 mesi. Il verbale dove Sodano racconta la sua esperienza trapanese, l’avere affrontato a uso duro i mafiosi, e l’affronto a muso duro subito dal senatore D’Alì, è dentro questo processo. Gommopoli può provarci a fare sparire questa storia, ma ci sarà un Tribunale che ne parlerà, e qualsiasi sia la sentenza. La sua lettera Fulvio Sodano l’ha inviata via mail al presidente del Consiglio comunale Giuseppe Bianco, un politico che lui da prefetto fece decadere da consigliere perché nessuno si era accorto che Bianco aveva una condanna definitiva per corruzione. Riabilitato è tornato a calcare i consessi civici. Figurarsi un po’ la scena di Sodano che riceve la pergamena della cittadinanza dal presidente Bianco e da un sindaco, Damiano, secondo cui i mafiosi vanno chiamati malandrini. Non tutto è finito. Non deve finire. Lo si deve dire ad alta voce a Fulvio, a sua moglie Maria Augello, al loro figlio Andrea. L’associazione Libera si sta già dando da fare con i coordinatori cittadini e provinciale, Gisella Mammo Zagarella e Salvatore Inguì, con il coordinatore regionale Umberto Di Maggio, ci sarà la calcestruzzi Ericina Libera, quella che i mafiosi volevano assaltare e che Sodano difese, ci sono anche Articolo 21, il comitato spontaneo nato per la cittadinanza onoraria guidato da Rosaria Bonello, sicuramente anche il movimento “Un’altra storia” che con Rino Marino non ha mai mollato la presa, e poi tanti altri trapanesi che non vogliono darla vinta al malaffare. Questo il testo della lettera di Fulvio Sodano:

Io sottoscritto Fulvio Sodano, cittadino onorario della città di Trapani solo per libera concessione da parte di alcuni cittadini ma soprattutto per mio sacro credo personale, desidero far pervenire a Lei Signor Presidente del Consiglio Comunale quale principale organo collegiale ma anche a coloro che nella veste ufficiale di Consiglieri e soprattutto di Cittadini sono chiamati a svolgere in libera coscienza ed in virtù di un solenne giuramento, adempimenti normativi di grande responsabilità, ma anche adempimenti cerimoniali che, in quanto riconducibili a espressione sia pure di valori simbolici della nostra Nazione, assumono importanza diversa ma non di secondo ordine, quanto segue: Ho avuto modo di apprendere che in data odierna per l’ennesima volta si è portato all’ordine del giorno di codesto Consiglio Comunale, l’annoso problema riguardante l’eventuale concessione della cittadinanza onoraria di Trapani nei miei confronti. A tal riguardo, in totale libertà e piena consapevolezza, comunico di volere rinunciare a tale ufficiale riconoscimento, ritenendomi pienamente onorato e soddisfatto di quello già conferitomi semplicemente dai cittadini che lo hanno insistentemente voluto e dal ricordo indelebile del mio umile lavoro di servitore dello Stato, svolto in quella Terra e che alla stessa mi sento fortemente legato per la vita a prescindere da eventuali ufficiali riconoscimenti e che niente,ribadisco niente, neppure la negazione di un timbro, potrà influire o alterarne l’autentico valore. Questa mia odierna decisone trae fondamento dalla non volontà più volta espressa in sede del Consiglio Comunale ma anche al fine di evitare eventuali strumentalizzazioni politiche. Di quanto sopra prego informare il Signor Sindaco di Trapani al quale sono certo farò cosa gradita. Un grazie di vero cuore a coloro i quali si sono prestati ahimè ad una causa di cui purtroppo si intravedeva l’esito sfavorevole.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.