“Fanno acqua da tutte le parti”: manifestazione riuscita?

ALCAMO. Sembrava dovesse essere un evento efficace, o che avesse dovuto coinvolgere un numero più significativo di delusi dall’Amministrazione Bonventre, quello promosso ieri dinanzi il Palazzo di Città dal Movimento politico ABC “Fanno acqua da tutte le parti”. E invece anche la manifestazione organizzata per il problema dell’emergenza idrica alcamese, pare abbia fatto acqua da tutte le parti. Poca gente ha aderito alla protesta che ha generato molto rumore, ma poca sostanza. Lamentele, ma poche proposte concrete. Una piazza pressochè vacante ingombrata più che dalla gente, dai gazebo installati.

Lo stesso sindaco Bonventre, che avrebbe dovuto presenziare alla protesta generata a suo dire dalle mancanze di cui è responsabile la Regione, non ha potuto prendervi parte, a causa di una improvvisa urgenza che ha richiesto la sua presenza alla sorgente di Chiusa, insieme a quella dei Carabinieri. Pare infatti che ignoti abbiano danneggiato l’acquedotto comunale della stessa sorgente.  Motivo per cui,  è giunto con notevole ritardo alla seduta consiliare indetta ieri.

Il primo cittadino, aveva reso nota la sua voglia di aderire all’iniziativa di ABC, ieri mattina: “L’acqua è un bene indispensabile. La mia amministrazione sin dal suo insediamento si è impegnata costantemente per fronteggiare il problema dell’emergenza idrica, ma naturalmente non possiamo rispondere delle inadempienze e responsabilità da attribuirsi alla Regione Sicilia”.

Tale decisione ha suscitato il disappunto di molti alcamesi, che non si sono di certo risparmiati, in alcuni casi in toni “ironici”, ad esprimere le loro opinioni complessivamente contrarie alla scelta di Bonventre.

Oltre al problema dell’acqua, si è affrontata la questione che ormai da troppo tempo i rappresentanti in consiglio di ABC chiedono venga affrontata: lo streaming in Consiglio Comunale. “Senza trasparenza amministrativa – scrive il consigliere Mauro Ruisi – non può esserci rispetto per i cittadini. Portare le telecamere in  consiglio è una necessità che solo un’amministrazione sorda dalla metodologia politica ormai desueta non è in grado di comprendere”.

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