Scala lancia l’allarme nei Comuni: “Servizi e stipendi a rischio”

PALERMO. L’ex sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, sotto la veste di Presidente dell’AnciSicilia, lancia un allarme durante i lavori del Consiglio regionale dell’Anci. A causa dei tagli al Fondo per le Autonomie Locali, previsti dalla finanziaria, i Comuni siciliani rischiano di non essere più in grado di garantire i servizi essenziali ai cittadini o di pagare gli stipendi dei suoi dipendenti, essendo stato impoverito negli ultimi cinque anni, di circa 400 milioni di euro, mettendo in ginocchio l’intero sistema del Paese. Sulla base di questo, l’Associazione dei Comuni chiede al Governo siciliano di intervenire riequilibrando il Fondo, riportandolo quantomeno ai parametri approvati nel 2012. “Chiederemo al governo regionale – ha spiegato Scala – un nuovo documento finanziario che aiuti i comuni a risollevarsi, a lavorare alla luce del sole e non in trincea. Il presidente Crocetta, che in campagna elettorale si è presentato come il sindaco dei siciliani, non può ignorare questa fase drammatica e non preoccuparsi della stabilità del sistema degli enti locali. Proprio per questo motivo abbiamo già inviato al Presidente della Regione una nota in cui chiediamo un incontro urgente, mentre mercoledì prossimo avvieremo un dialogo con gli assessori regionali di competenza per chiudere l’accordo sul patto di stabilità”.

Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’AnciSicilia, restando sul tema, ha presentato al Consiglio Regionale uno studio analitico sulla ripartizione delle risorse, facendo un confronto tra il 2012 e il 2013. “Senza dubbio  questa drastica riduzione di risorse – ha commentato il segretario – ha contribuito e contribuirà, unitamente all’altrettanto significativa riduzione dei trasferimenti statali, a rendere ancora più difficile per i Comuni l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini e, in molti casi, rischia di determinare situazioni di dissesto finanziario. Più in particolare, per quanto riguarda gli stanziamenti previsti per il 2013, si evidenzia che la quantificazione del fondo in 651 milioni di euro rappresenta un dato puramente nominale. Essa è infatti il risultato di una inappropriata somma di risorse di diversa natura, risorse che in passato venivano erogate al di fuori del Fondo. In particolare – ha aggiunto – l’importo di 101 milioni relativo alla compensazione a seguito della soppressione dell’addizionale comunale e provinciale dell’accise sull’energia elettrica e i 44 milioni destinati alle Province, le quali peraltro, nell’ultimo triennio non hanno subìto una flessione significativa: 45 milioni nel 2011, 50 milioni nel 2012 e 44 milioni nel 2013, rappresentano due voci che, come è avvenuto negli anni passati, non hanno motivo di essere sommate ai trasferimenti ordinari destinati ai comuni”.

Domani, mercoledì 15 maggio, in occasione della festa dell’Autonomia siciliana, i municipi esporranno le bandiere a mezz’asta, come segnale di protesta.

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