Ludovico Corrao: “finito l’uomo comincia il mito “

ALCAMO- Un incontro per ricordare la figura di Ludovico Corrao, un modo per fare rivivere le sue azioni nei racconti di una vita passata e nella immagini di una storia che ritrae una Sicilia in piena difficoltà, ma allo stesso tempo pronta e aperta alle innovazioni. Il video di Salvo Cuccia, “Ludovico Corrao e il Museo delle Trame”, ha raccontato l’impegno di Corrao a Gibellina, soprattutto dopo il terremoto del ’68, nel ricostruire l’intera città e nel dare avvio ad un processo di  crasi tra arte e vita. La nuova città non è soltanto una mera ricostruzione di un luogo in cui cominciare una nuova vita, per evitare la semplice soluzione di evasione che pervadeva la gente in quel periodo, ma piuttosto un simbolo di speranza per tutti e la dimostrazione che tutto può ricominciare attraverso l’arte che funge, in questo caso, da motivo di rinascita. Consagra stesso pensava che tutto poteva essere ricostruito attraverso le opere e che esse potevano diventare parte integrante della città.

Il Direttore di Legambiente Sicilia,  Gianfranco Zanna, ha posto l’attenzione sull’importanza del ricordare questa figura e sul messagio della difesa della bellezza che è il filo conduttore di tutta la vita di Corrao. L’intervento dell’antropologo Antonino Buttitta, figlio del poeta siciliano Ignazio e V.Presidente della fondazione Orestiadi, ricorda la figura di Ludovico Corrao come un intellettuale e uomo d’avanguardia che è riuscito a comprendere che nella pittura astratta, contrapposta a quella realista, di diretta rappresentatività della realtà, c’era l’espressione della vita. “Quest’uomo ci ha aperto una strada per il futuro”, afferma lo stesso. Presente anche il vicesindaco di Alcamo, Gino Paglino, che ha manifestato la volontà del Comune di intitolare l’ex- pinacoteca del Collegio dei Gesuiti al senatore defunto. Lo stesso ha ritratto la figura di Corrao come una personalità che è stata in grado di sprovincializzare la provincia di trapani e di averla resa un fiore all’occhiello per l’arte. Ernesto di Lorenzo parla invece dell’obiettivo principale di Corrao,  ovvero la ricostruzione di un vera e propria koiné meditterranea in cui ogni pezzo artistico ha pari dignità ripetto agli altri. “Finito l’uomo comincia il mito”: è questa la frase che ricorda di aver sentito da Baldo Carollo, il giorno della morte di Corrao. Tutti lo hanno ricordato come l’uomo che riusciva a stare con la gente comune, ma anche con la più altra cerchia di intellettuali e artisti. Il direttore del “Museo delle trame mediterranee” parla anche del suo interesse per la formazione dei giovani. Ai tempi della ricostruzione di Gibellina, infatti, Corrao conivolse 40 studenti dell’Università di Palermo, mettendoli a stretto contatto con gli artisti che stavano lavorando  per la  creazione di una nuova città. Insomma Ludovico Corrao, amato e criticato allo stesso tempo, ha dimostrato di saper portare un valore aggiuntivo alla nostra terra che è diventata, in un periodo di grande sofferenza, teatro di grandi opere e di una rinascita consapevole e positiva.

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