“Come fratelli” in scena a Partanna domenica alle ore 21:30

L’Associazione Teatro Libero, in collaborazione con l’ Akkademia “Ferruccio Centonze” del Teatro Selinus di Castelvetranopresenterà l’opera teatrale “Come Fratelli” di G. Libeccio, regia di Giacomo  Bonagiuso. Lo spettacolo si svolgerà a Partanna, presso Corte del Castello Grifeo, a Partanna il 2 settembre, alle ore 21:30, in anteprima nazionale assoluta.

“Come fratelli ” parla di mafia e dell’incarnazione di questi modelli di vita negli atteggiamenti del boss temuto e presi come esempio da emulare  dai giovani di un paese. I protagonisti sono due ragazzi: Andrea e Salvo che diverrano i simboli giovanili della deviazione nella viat mafiosa e il tentativo di ribellione ad essa. Fa da sfondo un linguaggio ricco di sicilianismi che mira all’immediatezza dell’espressione contornate da un setting del tutto innovativo quale quello del teatro di ricerca  caratteristico di Bonagiuso.

Lo stesso commenta lo spettacolo con queste parole: ” Ho pensato a costruire la messa in scena di “Come fratelli” seguendo l’istinto del teatro, il suo gioco manifesto ed occulto che realizza tessiture a partire da semplici spifferi. Non ho mai condiviso l’idea che la mafia fosse  soltanto una specie di “gramigna campestre”: forse come gramigna campestre essa è nata, ma la sua dilatazione contemporanea la rende appieno, semmai, un mostro dal colletto inamidato. In campagna, nella periferia, dove il senso della rappresentazione è ancor più scandaloso, resta il sapore mieloso della mafia, quell’aura che i telefilm contemporanei non smettono di consacrare, quell’insopportabile “moviola” che rallenta le pallottole, gli accasciamenti, le urla, il botto del tritolo. Ma è proprio quell’aura emulativa che mi ha sorpreso nella sua semplicità; la banalità del male è tutta racchiusa in questo gioco fascinoso, per i giovanotti senza lavoro e senza fondamenti etici, che ti toglie dall’incerto dei tempi per consacrarli “’ntisi”. Da lì la deriva l’infame mattanza delle parole siciliane: “onore”, “rispetto” che sono espropriate alla loro connotazione semantica, per diventare “ferite” “.

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