Alcamo Marina e l’inganno della retorica

Alcamo Marina dovrebbe essere una bellissima località turistica, piena di visitatori, ma come sempre la realtà è più forte di ogni retorica, ed è con la realtà che bisogna fare i conti. Alcamo Marina è il prodotto  della cultura della “roba” di Mastro don Gesualdo del Verga, quel fantasma che ogni siciliano si porta dentro. Quando l’attaccamento ai beni materiali diventa talmente forte da distruggere l’equilibrio della natura, le bellezze della propria terra. Questi danni indelebili non sono stati prodotti da stranieri, ma dagli stessi cittadini alcamesi, i quali sembrano aver smarrito la memoria del passato. Il valore della memoria deve essere coltivato perchè rappresenta l’autobiografia della comunità, per traslare la definizione del fascismo come autobiografia della nazione di Piero Gobetti. Incombe invece il rischio della retorica, la tentazione del progresso illusorio, che facendo tabula rasa del passato, pretenderebbe di trasformare Alcamo Marina in una nuova Miami. Il labirinto di cemento invece ci sovrasta, e con lui l’abusivismo, il nuovo Minotauro, ma questa volta non ci sarà alcun Teseo in grado di sconfiggerlo.

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