A rischio la candidatura di Sgarbi come sindaco di Cefalù

Cefalù (Palermo) – Vittorio Sgarbi ha da poco annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni amministrative del comune di Cefalù, ma questa candidatura è già a rischio. Infatti, il Ministero degli Interni ha inviato al tribunale di Trapani copia della relazione che ha causato lo scioglimento del consiglio comunale di Salemi, di cui lo stesso Sgarbi era Sindaco sino a poco tempo fa. Secondo indiscrezioni riportate da alcune agenzie di stampa, nella relazione si leggerebbe che a Salemi c’è stato “uno sviamento dell’attività amministrativa reso possibile, se non addirittura agevolato, dalle ripetute assenze del sindaco dal territorio; lo stesso primo cittadino avrebbe inoltre più volte legittimato e delegato un ex politico (Giuseppe Gianmarinaro, gia’ sorvegliato speciale e sottoposto a sequestro preventivo dei beni, per 35 milioni di euro, da parte del tribunale di Trapani, con provvedimento del maggio 2011) alla gestione dell’attività amministrativa dell’ente”.
Se il tribunale di Trapani riterrà l’ex Sindaco in qualche modo responsabile dell’accaduto, potrebbe emettere un provvedimento atto ad impedire la sua candidatura. Ma il critico d’arte giudica le “notizie infondate e diffamatorie” e precisa che “a essere sciolto è stato il consiglio comunale e non il sindaco e la giunta di Salemi”. Come se non bastasse, però, altre ombre si allungano sulle sue scelte politiche; come fa notare Attilio Bolzoni dalle pagine de “La Repubblica”, a sostenere il suo impegno politico nella città di Cefalù ci sarebbe infatti, oltre ad Antonello Antinoro, (condannato a due di reclusione per voto di scambio nel Dicembre 2011), un personaggio noto agli inquirenti siciliani: Giuseppe Giusi Farinella, “famoso imprenditore della zona che ha un grande albergo e soprattutto appartiene a una famiglia di peso, che da un quarto di secolo comanda ai confini della provincia palermitana con il territorio messinese, i Farinella di San Mauro Castelverde. Cugino di Giuseppe Farinella , uno della Cupola, incarcerato con sentenza definitiva per le stragi di Capaci e di via Mariano D’Amelio, uno degli amici più fidati di Totò Riina. È figlio di zù Mariano meglio conosciuto come Marciune (marcio), noto ai Carabinieri Reali già ai tempi del prefetto Mori e delle sue retate contro i briganti. E poi è se stesso: arrestato su mandato di Giovanni Falcone più di 20 anni fa; condannato dalla Cassazione nel 1998 a quattro anni e sei mesi per associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d’armi e materiale esplodente; sospettato di avere trovato rifugio a Michele Greco durante la sua latitanza. È “Oro colato”, come chiamano Giusi Farinella sulle Madonie.”

Una serie di coincidenze che potrebbero influenzare il cammino di Sgarbi verso la carica di Sindaco. A noi, come sempre, non resta che meditare e ricordare che l’urna elettorale è il momento di maggiore potere decisionale del popolo nel processo democratico: bisogna saperlo usare con cognizione di causa, scegliendo colui che nel nostro convincimento, può meglio valorizzare la cosa pubblica.

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