“Fu Cosa Nostra ad uccidere Mauro Rostagno”

TRAPANI – Nella 25° udienza del processo  per l’omicidio Rostagno hanno testimoniato due fra i pentiti storici di Cosa Nostra: Francesco Marino Mannoia e Francesco Di Carlo. Per il delitto sono imputati: Vito Mazzara, ritenuto l’esecutore materiale e Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante.

Francesco Marino Mannoia, in videoconferenza da una località segreta, ha iniziato la sua testimonianza parlando del suo ingresso in Cosa Nostra, avvenuto nel 1975 nella famiglia mafiosa di Santa Maria del Gesù a Palermo, il cui reggente era Stefano Bontade. Alle domande del Pubblico Ministero, Gaetano Paci, sull’omicidio Rostagno, Mannoia ha risposto dicendo di non essersi interessato direttamente della vicenda, ma di averla appresa da alcune trasmissioni televisive viste in carcere, in cui Rostagno parlava del territorio trapanese e da due suoi compagni di carcere: Giulio Di Carlo e Nenè Geraci, che parlavano di una situazione assillante per Mariano Agate, dovuta al fatto che Rostagno lo definiva un mafioso e che comandava su tutto il territorio trapanese.

Poi è toccato a Francesco Di Carlo, da anni collaboratore di giustizia. Entrato a far parte della famiglia mafiosa di Altofonte nei primi anni sessanta, vi è rimasto fino al 1979 ed era completa disposizione del suo capomandamento Bernardo Brusca di San Giuseppe Jato. Di Carlo racconta che nel 1982, a causa della guerra di mafia di allora che non lasciava scampo ai nemici di Totò Riina, prese la decisione di trasferirsi in Inghilterra. Racconta che fu lo stesso “Capo dei Capi” a dirgli di andarsene se non era d’accordo, e così da Londra, dove sarà detenuto per 11 anni dal 1985 al 1996, continua ad avere rapporti solo con i “soldati” della famiglia di Altofonte e in particolare con suo fratello e il cugino Nino Gioè.

La 26^ udienza del processo Rostagno è stata fissata per il prossimo 28 marzo. Saranno chiamati a testimoniare nuovamente i testi Cannas e Carla Rostagno.

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