Il dimensionamento cancella 146 istituti scolastici

PALERMO. La rete scolastica si deve adeguare ed essere più economica e funzionale come è stato decretato dal precedente governo che chiedeva alle Regioni di allinearsi a queste disposizioni, dimensionando ove necessario gli istituti scolastici; succede così che dopo incontri, accordi, tavole rotonde e trattative snervanti si è arrivati alla decisione di chiudere gli istituti con meno di 600 alunni, sopprimendoli e accorpandoli ad altri. In realtà, la scuola non scompare, ma non avrà più il suo dirigente nè il personale di segreteria (in altre parole posti di lavoro in meno), perdendo di fatto la propria autonomia scolastica. L’assessore regionale Centorrino cercherà di convincere il ministro Profumo che per attuare a pieno le misure chieste dal governo ci vogliono ancora almeno  tre anni e una deroga alla misura chiesta: non meno di 600 alunni.  Ardua impresa in questo momento di deficit generale. Se Centorrino riuscirà a tirare la coperta corta dalla sua parte, si potrà sperare di mantenere ancora per qualche anno altre dirigenze e segreterie per scuole sottodimensionate, locate in territori a rischio per esempio. Bisogna considerare che le 146 scuole che saranno soppresse sono solo l’inizio e che queste decisioni devono comunque essere ratificate dal governo in carica. Nessuna certezza dunque al momento, anche perchè nella giungla dei cambiamenti della scuola non ci capiscono spesso neanche gli addetti al lavoro.

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