Un percorso di segni e tradizioni tra i popoli del Mediterraneo.

Un piccolo tuffo nel passato, per scoprire (o riscoprire) le contaminazioni fra popoli vicini. L’arte, ed in particolare la pittura, è una delle testimonianze più chiare ed emblematiche dei rapporti fra civiltà diverse come quelle dei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La manifestazione culturale che vi suggeriamo di non perdere, si pone come bettivo proprio quello di scrutare fra le “maglie” di oggetti d’uso comune, alla ricerca/scoperta di antichi legami fra culture in contatto. La Fondazione Orestiadi presenta, quindi, con il contributo della  Provincia Regionale di Trapani e la collaborazione del Comune di Alcamo, una mostra dal titolo: Cassapanche e Legni dipinti. Un percorso di segni e tradizioni fra popoli. La mostra sarà innaugurata dal Presidente della Provincia  Regionale di Trapani, On. Avv. Girolamo Turano, dal Sindaco di Alcamo, Dott. Giacomo Scala e dalla Presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina, Professoressa Franca Corrao domenica 18 dicembre alle ore 18:30, presso l’Ex Convento Gesuiti di Alcamo. Gli oggetti fanno parte della collezione permanente del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina e provengono da Algeria, Giordania, Marocco, Sicilia, Libia, Africa sub sahariana; i manufatti tunisini  dalla collezione di Mohammed Messaoudi dell’Atelier Driba e documentano la necessità del progetto decorativo negli oggetti d’uso: in numerosi casi sono dipinti, in altri intagliati, alcuni riconducibili alla tradizione popolare ed altri ad una  manifattura colta.

Tutti testimoniano l’antica necessità che i nostri oggetti siano  corredati di un proprio patrimonio di segni, distinti  per aree geografiche: i legni intagliati della  Giordania e della Sicilia, quelli dipinti della Tunisia e della Sicilia, quelli con inserti in madreperla della Giordania o con  lamine di ferro e chiodi della Libia e del Marocco. Sono inoltre in mostra i soffitti dipinti del Marocco e della Tunisia e un pregevolissimo Mihrab tunisino del XVIII sec. con parti dipinte e  inserti in specchio,  oltre che un leggio intagliato siciliano del XVII sec.

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