Il falso alibi dell’ euro

Il Presidente del Consiglio, oltre ad essere sotto ricatto per le sue pericolose amicizie, continua ad interpretare la cosiddetta “pancia” degli italiani, gioca a fare l’arcitaliano, portando dentro i Palazzi del potere il senso comune del populismo anarcoide. Scarica la responsabilità dell’ attacco dei mercati contro il nostro debito sull’ euro, definendola una  “moneta strana”. Un linguaggio di questo tipo non solo non dovrebbe essere utilizzato da un politico coerente con se stesso, ma denota superficialità e rivela il fatale declino delle persona. Il capo del Governo ignora totalmente il grande traguardo dell’euro raggiunto grazie al valore di un grande servitore dello Stato come Carlo Azeglio Ciampi, che ha permesso all’Italia di rimanere nel Club dei grandi dell’economia dell’ Europa e del mondo. L’identificazione con il leader è il tratto della politica post moderna, gli italiani che odiano le Istituzioni e le regole hanno trovato in questi anni il loro Capo carismatico, il loro profeta laico in grado di fornire l’orizzonte nel quale riconoscersi e perpetuare i peggiori vizi dell’ Italia piccolo borghese. L’Unione europea invece è il punto di riferimento, e per questo motivi deve assolutamente modificare il proprio assetto strategico, da anni troppo vicino al potere finanziario delle grandi banche internazionali. Il Parlamento europeo, la Commissione, il Consiglio, la Bce devono riscrivere un patto sociale, le riforme del mercato del lavoro non siano più decise dalle elitè tecnocratiche di Bruxelles ma si confrontino con le vere esigenze dei lavoratori europei. Mario Draghi, nuovo presidente della Banca centrale europea, sembra l’uomo giusto per far ritornare il nostro Paese nel posto che gli spetta nel mondo, archiviando così l’epopea dei tribuni della plebe, tanto amati dagli italiani e tanto pericolosi per gli assetti democratici.

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