SiciliAntica denuncia l’abbandono dell’acquedotto Cornelio a Termini Imerese

Allarme a Termini Imerese per le condizioni del monumentale acquedotto romano, l’acquedotto Cornelio. L’Associazione SiciliAntica, che si occupa della tutela e della valorizzazione dei beni ambientali e culturali dell’isola, lo denuncia in una lettera al sindaco della città e alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo. L’acquedotto risale al II secolo d.C. ed è la più grande opera del suo genere in Sicilia, con i suoi 8 chilometri di estensione, dalle sorgenti di Brucato (alle falde del monte S. Calogero), fino al centro abitato. Non è la prima volta che corre il rischio di essere distrutto. Nell’828 venne ostruito dagli arabi durante l’assedio della città e nel 1338 venne raso al suolo da Carlo D’Artois, per poi venire ricostruito e svolgere la sua funzione fino al 1860. Ma la minaccia che incombe questa volta volta è più subdola, si chiama incuria, e distrugge con l’oblio e l’abbandono.

“La costruzione versa oggi in uno stato di totale incuria e di abbandono – scrive Alfonso Lo Cascio, della Presidenza regionale SiciliAntica. – Alcune parti del canale di scorrimento delle acque si stanno sfaldando e pezzi di muratura si sono già scollati, inoltre tutta l’area è invasa da rifiuti e immondizie. Una situazione che non fa onore alla grandezza e al prestigio dell’antica struttura. Ma il ponte in contrada Figurella, non è l’unica porzione dell’antico acquedotto Cornelio a trovarsi in uno stato di degrado, parecchi tratti vivono la medesima situazione. Da segnalare la sezione dell’acquedotto che insiste all’interno del parcheggio dell’Ard discount di Via Falcone e Borsellino, dove ogni giorno si scollano pezzi di muratura e necessita di un urgente intervento di restauro”. Nel degrado è anche l’antica vasca di decantazione nei pressi delle sorgenti di Brucato, che permetteva al liquido di depositare tutte le impurità: oggi la costruzione si presenta sommersa dalla vegetazione e dal terriccio. Per non parlare del sifone della via Falcone Borsellino. “Dopo il restauro (avvenuto quasi venti anni fa) – scrive ancora SiciliAntica – è stato puntellato con assi di legno, una realizzazione momentanea, che invece è diventata definitiva, contribuendo a fornire l’immagine negativa della provvisorietà e trascuratezza del nostro patrimonio culturale”.

“Coscienti del valore di questa importante testimonianza storica, che racconta uno dei periodo più luminosi della città – conclude Alfonso Lo Cascio – si chiede un immediato intervento che miri alla conservazione e alla salvaguardia della grandiosa opera idraulica che versa in uno stato di diffuso degrado. Sono necessari corretti piani di manutenzione ordinaria e costanti azioni di prevenzione. Non si può consentire che il monumento più significativo della presenza Romana nel territorio, che contribuì a rendere Termini Imerese una delle città siciliane più importanti dell’Impero, possa continuare a vivere in uno stato di incuria e di decadimento. Sarebbe l’ennesima offesa alla memoria storica della città”.

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