RAI: retroscena della campagna contro la Sicilia. Lombardo chiede risarcimento.

PALERMO – Augusto Minzolini aveva nel mirino il governo della Regione Sicilia, attualmente presieduto da Raffaele Lombardo. Per quelli del mestiere, o per coloro che sono abituati a leggere fra le righe, la “crociata” contro la Sicilia era quasi un’entità ben definita e perfettamente riconoscibile. Al contrario, il “comune” telespettatore poteva non averne assolutamente sentore, in quanto le notizie venivano confezionate ad arte. Considerando altresì, che sotto accusa è proprio il Tg1 di mezza sera, il cui “ruolo” è ben noto a tutti, ciò rende l’accanimento mediatico nei confronti della nostra regione attraverso non-notizie, una cosa di elevata bassezza.

Il Presidente della Regione, dopo l’ennesimo servizio senza capo né coda, ha dato mandato ai legali di citare in giudizio il direttore, Augusto Minzolini, e la Rai. Nell’atto di citazione  i legali hanno proposto un risarcimento per danni morali e materiali pari a 100 milioni di euro. Tra i documenti che lo staff legale del presidente della Regione siciliana produrrà a sostegno dell’atto di citazione contro Minzolini, saranno presentati anche ampi stralci del “Libro Bianco del Tg1”, documento realizzato dal Comitato di redazione del telegiornale di Rai 1.

Da quelle note si evince che quella del Tg1 è stata una vera e propria “strafexpedition”  contro Lombardo – perché così viene definita nel documento del comitato di redazione – e il presidente della Regione siciliana sarebbe finito “nel mirino del Tg1” poiché “reo di avere fatto alleanza col Terzo Polo e di avere rotto, in Sicilia, con il Pdl”.
La citazione in giudizio decisa da Raffaele Lombardo non ha precedenti nella storia della Rai e della Regione siciliana.

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