L’alternativa si chiama referendum

Un milione e 200 mila cittadini hanno firmato con convinzione, con passione e in maniera esplicitamente gratuita per il cambiamento della legge elettorale, si sono schierati contro il dominio dei nominati dentro i partiti, per trasformare il criterio di selezione della classe dirigente, ridando ai cittadini il diritto fondamentale di scelta dei candidati. E’ un fatto enorme. Era già accaduto con la vittoria dei referendum per l’acqua pubblica, contro il nucleare, e adesso si manifesta di nuovo il bisogno di una politica che rinnovi il sistema della rappresentanza. I partiti italiani sono in una fase difficile, devono accettare la sfida dei referendari altrimenti rischiano di esaurire definitivamente la loro missione storica. Il referendum contro il porcellum ha dimostrato che in Italia esiste ancora un’opinione pubblica informata e attenta, pronta ad impegnarsi contro le turpi scelte della corte dei miracoli del Cavaliere. Il Pd abbia il coraggio di aprire, insiemi ad altri soggetti, una nuova fase istituzionale a partire dalla Sicilia, dove i democratici locali sembrano non aver capito che le alleanze e le grandi scelte del futuro dipendono dallo spirito civico e non dalle trame di Palazzo.

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