Figli di papà

Il nome che porti ti segna per la vita, a volte positivamente altre no, può essere un fardello o un apripista. Essere “figli di papà”, in tanti casi, può aprire le porte della celebrità o del posto sicuro, tutto dipende da cosa fa papà. Se per i figli di notai è obbligo essere a loro volta notai, lo stesso dicasi  per i farmacisti, un pò diverso è se il genitore è un artista: il sacro fuoco dell’arte non sempre si tramanda per genia e, non di rado, i figli degli attori o dei pittori sono proprio negati per l’arte. Per alcuni poi, pur essendo veramente dotati, l’essere figli di padri famosi fa sì che sia ancora più difficile affermarsi in un campo già positivamente percorso dal padre. Un discorso diverso avviene in politica dove, per puro nepotismo, spesso i padri designano i figli a propri successori, anche se questi politicamente valgono nulla o quasi. Questa piaga tutta italiana è percorsa già da anni, ma avviene che ogni tanto qualche figlio si dimostra degno del padre e magari lo supera. Negli ultimi anni, ci sono diversi esempi di figli di politici che sembrano finiti a far politica per dispetto e non per vocazione, avviene così che vengano derisi per ciò che dicono e fanno notizia, più per l’incapacità che per buone proposte, ma miracolosamente proliferano anzichè diminuire: sarà merito dei guadagni non propriamente proletari dei politici? Certo non è democratico impedire a nessuno di perseguire i propri ideali impegnandosi in prima persona, ma bisognerebbe dimostrare di essere all’altezza del compito scelto o assegnato. Ogni tanto la gente vorrebbe vedere facce nuove o figli capaci, se proprio devono ripercorrere le orme di cotanti padri.

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